Sciopero degli avvocati:discreta adesione a Bergamo

Sciopero degli avvocati anche a Bergamo contro il decreto Bersani. Si tratta del primo dei 12 giorni di protesta fissati dall’assemblea generale di Roma degli ordini forensi per ottenere lo stralcio dal decreto 223 sulle liberalizzazioni approvato lo scorso 4 luglio della parte che riguarda la professione forense e delle norme che prevedono riduzioni degli stanziamenti per la giustizia. Lo sciopero si concluderà il 21, quando a Roma si riunirà l’assemblea generale degli avvocati. A Bergamo, secondo le prime stime, si è registrata un’adesione discreta all’astensione. Alcune udienze e processi sono stati rinviati, mentre altri con imputati detenuti o le udienze di convalida si sono regolarmente tenuti. A Bergamo non ha preso parte allo sciopero l’Associazione giuristi democratici: «L’associazione - si legge in un comunicato - pur condividendo alcune perplessità in merito alle innovazioni contenute nel decreto del 4 luglio per quanto riguarda l’esercizio dell’attività forense non aderisce all’astensione dalle udienze indetta da altre organizzazioni forensi. L’associazione non ha condiviso tale forma di protesta, che danneggia soltanto i cittadini, contribuendo altresì ad aggravare l’esiziale lentezza della giustizia». Massiccia l’adesione allo sciopero in altre parti d’Italia. Lo ha detto Michelina Grillo, presidente dell’Organismo Unitario dell’ Avvocatura, secondo il quale «l’eliminazione delle tariffe e il cambiamento del sistema di anticipazione delle spese processuali renderanno impossibile il gratuito patrocinio e la difesa d’ ufficio. Inoltre con la scusa delle liberalizzazioni si precarizza il lavoro di migliaia di professionisti e si tagliano radicalmente gli investimenti per la macchina giudiziaria». «Quello degli avvocati – ha detto invece il ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani - è uno sciopero senza preavviso al contrario di quello che prevede la legge che, sono certo, gli avvocati conosceranno». Ha poi sottolineato che il Governo sta facendo delle norme che «correggono degli elementi, alcuni dei quali sono sotto infrazione europea.Non si sta facendo la riforma degli ordini». (10/07/2006)

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