Scommesse, Conte chiede l’abbreviato
Rito ordinario per Colantuono e Doni

Il ct della Nazionale Antonio Conte ha chiesto di poter accedere al rito abbreviato nell’ambito del procedimento che lo vede imputato per frode sportiva nella vicenda del calcioscommesse. Sulla richiesta dei legali del tecnico il gup di Cremona Pierpaolo Beluzzi deciderà nella giornata di martedì 8 marzo. L’istanza è stata formalizzata da uno dei legali di Conte, Leonardo Cammarata.

Nelle precedenti udienze, i legali di Conte avevano spiegato che il ct, atteso in estate dall’Europeo di calcio, voleva «fare in fretta per uscire da questa vicenda, dimostrando la sua estraneità». Da qui la scelta del rito abbreviato che evita un dibattimento con tempi più lunghi e si svolge «allo stato degli atti», con le prove, quindi, già nel fascicolo.

Parlando dei due ex atalantini di maggior notorietà implicati nel caso, invece, l’allenatore Stefano Colantuono, attualmente sulla panchina - traballante... - dell’Udinese, e Cristiano Doni, che ormai si è ritirato, saranno processati con il rito ordinario, mentre Guido Marilungo, attaccante della Virtus Lanciano, in prestito dal club atalantino. ha chiesto l’abbreviato come Conte.

Beluzzi, intanto ha notevolmente sfoltito le oltre 100 richieste di parte civile formulate nell’ambito dell’udienza preliminare. Il giudice ha ammesso la Figc, la Lega B e Lega Pro, la Aic (Associazione italiana calciatori) e tutte le società che ne hanno fatto richiesta. Esclusi, invece, tutte le associazioni di tifosi e i singoli tifosi che ne avevano fatto richiesta.

L’ammissione di parte civile è relativa a tutte le singole frodi sportive e non all’ipotizzata associazione a delinquere. Questo perché, in sostanza, sarebbe lo stesso il danno subìto da entrambi i reati e si sarebbe verificata una sorta di duplicazione.

E dunque l’Atalanta potrà rivalersi su Doni e Marilungo che sono accusati di frode sportiva. C’è da vedere se il processo sarà destinato alla prescrizione, visto che il limite per la frode sportiva è di sette anni e mezzo e le partite incriminate sono della stagione 2010/11, ma l’Atalanta ha comunque la possibiltà di avviare il procedimento civile.

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