Scuola, già da quest’ammo tornano gli esami di riparazione

Già da questo anno scolastico tornano gli esami di riparazione per gli studenti delle scuole secondarie superiori che hanno contratto debiti formativi: entro il 31 agosto, e comunque prima che inizi il nuovo anno scolastico, i consigli di classe dovranno accertare che l’alunno abbia colmato le lacune. Solo chi ha saldato andrà avanti, chi ha bisogno di più tempo si fermerà e dovrà ripetere l’anno: il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha firmato il decreto che ripristina tempi e modalità di regolazione del saldo dei debiti formativi, dando mandato alle scuole di organizzare, durante l’anno scolastico, corsi di recupero per gli alunni che avranno conseguito voti non sufficienti in determinate materie. Le scuole dovranno organizzare, subito dopo gli scrutini intermedi, interventi didattico-educativi di recupero per gli studenti che abbiano presentato insufficienze; dopo i corsi di recupero, che si terranno nel corso dell’anno scolastico, gli studenti dovranno affrontare delle verifiche intermedie per dimostrare di aver recuperato il debito. Dopo lo scrutinio finale, sempre gli istituti organizzeranno ulteriori corsi di recupero, durante l’estate, per gli studenti che non hanno ottenuto la sufficienza in una o più discipline. Secondo il decreto firmato dal ministro Fioroni, entro il 31 agosto di ogni anno, si dovranno concludere le iniziative di recupero e subito dopo, ma non oltre l’inizio delle lezioni dell’anno successivo, su effettueranno le verifiche finali sulla base delle quali si conclude lo scrutinio dell’alunno con un giudizio definitivo: promozione o bocciatura. «I debiti ovunque si saldano, nella società come nella vita, ma attualmente questo nella scuola non accade - ha detto Fioroni -. In mancanza di una verifica seria sull’effettivo saldo dei debiti la scuola rischia di diventare come quelle banche coinvolte nella vicenda dei mutui subprime, con centinaia di migliaia di debitori costretti all’insolvenza e con le compagnie che le avevano concessi, ridotte in bancarotta».(03/10/2007)

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