Sebino, l’emergenza è finita
«Mai più il lago coperto dalle alghe»

Cinque minuti dopo che il Tg della Rai nazionale ha messo in onda lo strazio del basso lago d’Iseo coperto dalle alghe e la voce grossa dei sindaci, dal ministero all’Ambiente è partita - pare - una telefonata all’Autorità di Bacino del Po e il giorno dopo, il 14 prima di Ferragosto, da Parma sono saliti i tecnici per capire.

Perché tanto chiasso dopo che Roma aveva dato il via libera a poter - eventualmente - abbassare il lago per 10 giorni di fila per 10 centimetri oltre i meno 30 fissati dalla concessione quasi cent’anni fa? Un’occhiata a com’era messo il basso Sebino pare sia bastata e seduta stante è stato stabilito di «dimezzare» la deroga: se - eventualmente - fosse stato necessario scendere sotto i 30, il livello sarebbe dovuto calare solo altri cinque centimetri (non più 10) e solo per tre giorni di fila (non più 10). Già qualcosa.

Per fortuna, in ogni caso, il peggio è passato e l’eventualità non si è presentata: il livello non è mai sceso nemmeno a meno 30, la stagione irrigua è di fatto finita mercoledì 26 agosto con il termine della possibilità di bagnare il foraggio quartirolo e finalmente è arrivata l’acqua, dall’alto. Non grandi quantità, sufficienti però a chiudere la grande emergenza che basta un numero a raccontare: dal 1° luglio al 22 agosto l’Autorità di Bacino del lago d’Iseo (Endine e Moro), ha calcolato che i battelli spazzini abbiano raccolto 1.500 tonnellate di alghe per una spesa extra - rispetto ai 450 mila euro che si spendono per tener pulito il Sebino nell’arco di un anno - di oltre 100 mila euro, tra costi di raccolta e trasporto (è stato necessario noleggiare altri tre camion oltre ai due in dotazione alla società e smaltimento di manutenzione Mpl).

«È stata un’emergenza ciclopica» conclude Giuseppe Faccanoni, presidente dell’Autorità di Bacino del lago, che non è stato a guardare. «Adesso, però, non è più il tempo delle polemiche ma delle azioni».

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