Si accende la polemica sui fari accesi anche in città

Le associazioni dei consumatori bocciano ’l anticipazione del ministro per le infrastrutture, Lunardi, sulla novità che sarà introdotta l’anno prossimo nel codice della strada

Fari accesi anche in città entro giugno del 2003. L’anticipazione del ministro per le infrastrutture Lunardi, sulla decisione di rendere obbligatorio tenere i fari anabbaglianti sempre accesi anche sulle strade cittadine oltre che in autostrada e sulle interurbane, riportata stamane su alcuni quotidiani, sta scatenando la reazione delle associazioni dei consumatori.

L’Intesa dei consumatori, che raggruppa Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, boccia decisamente l’iniziativa del ministro definendola una inutile follia. Motivo: secondo le associazioni dei consumatori, farà spendere agli automobilisti italiani, in termini di consumi energetici, oltre 3.000 miliardi di vecchie lire ogni anno (che si aggiungono ai 1.000 miliardi per le tratte autostradali ed extraurbane), e non porterà alcun beneficio.

A detta dell’Intesa, non solo l’obbligo dei fari accesi grava sulle tasche dei cittadini ma addirittura, una recente indagine dimostrerebbe che aumenta il numero di incidenti sulle strade. Sembra che molti tamponamenti sarebbero stati originati dalla difficoltà nel vedere gli stop, causata dai fari delle macchine che si incrociano.

L’obbligo dei fari accesi

di giorno anche in città, così come altri provvedimenti voluti dal ministro Lunardi - dicono inoltre le associazioni dei consumatori - avrà pesanti ripercussioni sul tasso d’inflazione: meglio che il ministro si impegni in iniziative più utili, come ad esempio quelle per migliorare la rete autostradale italiana e ferroviaria, entrambe obsolete, e per incentivare l’utilizzo del casco e della cintura di sicurezza.

(25/10/02)

Sull’Eco di Bergamo del 26/10/02

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