Si è spenta Rosetta Locatelli, una vita vissutanel ricordo del fratello Antonio eroe dell’aria

È morta improvvisamente questa mattina agli Ospedali Riuniti, Rosetta Locatelli, sorella dell’eroe dell’aria bergamasco Antonio. Aveva 98 anni. Era stata ricoverata la settimana scorsa per essere sottoposta ad un intervento chirurgico che si è rivelato un po’ più complicato del previsto. Rosetta – raccontano i familiari – si era comunque ripresa, il decorso post-operatorio sembrava procedere senza problemi. Solo negli ultimi due giorni s’erano registrati degli alti e bassi, ma questa mattina Rosetta sembrava aver superato i momenti difficili e si era intrattenuta con l’amata cugina Carla. Poche decine di minuti dopo, l’improvviso tracollo. La salma è stata composta nella camera mortuaria dei Riuniti, i funerali saranno celebrati nel pomeriggio di giovedì 16 marzo, nella Chiesa delle Grazie, in viale Papa Giovanni.La vita di Rosetta Locatelli è stata scandita dal ricordo del fratello aviatore. Si era accollata una «missione»: mantenere vivo il ricordo del fratello. Antonio Locatelli, «l’eroe taciturno», fu un uomo di grande personalità. Pilota durante la grande guerra e medaglia d’oro al valor militare, effettuò nel 1919 la prima trasvolata delle Ande e nel 1925 tentò la trasvolata dell’Atlantico del nord. Volò a fianco di D’Annunzio nella trasvolata su Vienna. Deputato nella 27ª legislatura, podestà di Bergamo dal 1934, partecipò come pilota alla campagna d’Etiopia del 1935-1936, meritando una seconda medaglia d’oro. Il 26 giugno 1936 fu ucciso a Lechemti, in Etiopia, nel corso di un conflitto con un gruppo di ribelli copti. In quell’occasione gli venne concessa una terza medaglia d’oro alla memoria.La Biblioteca Maj conserva materiale fotografico e librario, quest’ultimo dono proprio della sorella. Ma è poca cosa di fronte al mausoleo che Rosetta, aveva allestito nella sua casa di via Giorgio Paglia. In queste stanze aveva raccolto libri, quadri, stampe, disegni e diari di viaggio del fratello aviatore, che nel 1919 compì la prima trasvolata delle Ande. Ci sono anche 10 volumi scritti da Antonio, veri e propri diari di viaggio vergati di suo pugno mentre era in giro per il mondo, dall’India all’Oceania. Tutto materiale che resterà alla città di Bergamo e si è appena cominciato ad inventariare.L’ultima, grande battaglia, Rosetta Locatelli l’aveva intrapresa perché Bergamo si facesse carico di conservare il prezioso velivolo Ansaldo 1, che Antonio aveva pilotato. Costruito nel 1913, è l’unico esemplare rimasto, recentemente restaurato. Un capolavoro della tecnica aeronautica, destinato al Museo del Piave. Lei, Rosetta, si era opposta strenuamente al trasferimento del cimelio lontano da Bergamo, e per questo aveva promosso una raccolta di firme.«Non volevo credere alla folle ipotesi di trasferire l’aeroplano di mio fratello fuori Bergamo - aveva fatto sapere Rosetta dalla sua casa-mausoleo - l’incredibile notizia mi ha ferito, ho perduto appetito e sonno».Infine, la Fondazione Bergamo nella Storia ha poi deciso che il velivolo sarà custodito, per i prossimi tre anni, nel Museo del falegname ad Almenno San Bartolomeo, in attesa di venir collocato nel Museo del Novecento. C’è solo da sperare che adesso, con la scomparsa di Rosetta, quel prezioso cimelio non venga dimenticato per sempre nella pur prestigiosa «casa di Pinocchio».(14/03/2006)

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