Siccità, acqua razionata per l’agricoltura

Fiumi a livelli bassissimi, raccolti a rischio, acqua razionata. È già emergenza siccità nella nostra provincia e nella giornata di ieri sono partite le manovre per correre ai ripari. Il Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca ha infatti deciso il razionamento dell’acqua destinata all’agricoltura e ha stabilito che da oggi i turni per l’irrigazione non avranno più cadenza settimanale, ma quindicinale: in pratica si è dovuto dimezzare il quantitativo d’acqua a uso irriguo. A livello regionale, invece, il direttivo dell’unione dei consorzi di bonifica della Lombardia ha deciso di chiedere alla Regione di riconoscere lo stato di calamità.

«L’allarme - spiegano Marcello Moro e Mario Reduzzi, presidente e direttore del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca - è scattato con un mese d’anticipo rispetto agli anni passati: di solito il periodo critico cominciava tra luglio e agosto, quest’anno invece la situazione si è aggravata già a giugno. Nemmeno nel 2003 e nel 1976, annate ricordate tra le più critiche, si era assistito a un fenomeno simile».

Per rendersene conto basta guardare i dati relativi alla portata media giornaliera dei corsi d’acqua bergamaschi, che in questi giorni sono abbondantemente al di sotto del livello degli scorsi anni nel mese di giugno: il Serio è ormai al 45% della sua portata del mese; il Brembo e il Cherio sono al 55%; l’Adda al 60% (non era mai successo); l’Oglio al 70% (gli esperti dicono che potrebbe scendere al 50% a causa del consumo d’acqua che non è compensato dalle piogge); il lago d’Iseo è al 70% e si calcola che sarà in grado di dare acqua solo per i prossimi 19 giorni. «Ad aggravare la situazione - prosegue Moro - c’è il fatto che i bacini prealpini, che accumulano acqua durante la primavera e la rilasciano a valle durante l’estate, sono anch’essi al 50% del loro livello abituale a causa della scarsità di precipitazioni di quest’anno».

Alle preoccupazioni del Consorzio di bonifica si aggiungono anche quelle degli agricoltori: «Una situazione già critica adesso - spiega Franco Gatti, presidente della Coldiretti - costituisce un grosso pericolo per le colture, in particolare per il mais: le piante non sono ancora fiorite e la scarsità d’acqua, sommata alla riduzione dei turni dell’irrigazione, potrebbe comprometterne seriamente la crescita. Anche noi ci siamo uniti alla richiesta per il riconoscimento dello stato di crisi e contiamo che nella distribuzione dell’acqua in situazioni di particolare gravità come questa, venga riconosciuta, dopo la popolazione, la priorità all’agricoltura come prevede la legge, e che si tenga conto che quest’anno l’energia per l’irrigazione costerà agli agricoltori tra il 30 e il 60% in più dell’anno scorso».

(22/06/2005)

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