Siccità, lo stato di calamità se i danni superano il 35%

L’assessore alla Protezione civile Donadoni: se non piove, acqua potabile soltanto più per 20-25 giorni

Se i danni subiti dall’agricoltura lombarda supereranno nelle prossime ore il 35% della produzione, ci sarà «massima attenzione e disponibilità a dichiarare lo stato di calamità» da parte del Governo: lo ha confermato Viviana Beccalossi, assessore regionale all’Agricoltura dopo il summit con il ministro alle Politiche agricole, Giovanni Alemanno. Dai prossimi giorni tutte le province inizieranno a fornire alla Regione le cifre dei danni subìti dagli agricoltori. Intanto è sempre più emergenza in molte zone della Bergamasca: l’assessore provinciale alla Protezione Civile Silvano Donadoni ha spiegato che se non pioverà, tra 20-25 giorni disporre di acqua potabile diventerà un problema drammatico. Domani intanto è stato convocato in Regione il comitato di crisi sull’emergenza siccità.

La provincia orobica, con decine di milioni di euro già conteggiati, è tra quelle dove i danni sono maggiori.

Secondo gli ultimi dati della Coldiretti provinciale, in Bergamasca c’è stata una riduzione del fieno ottenuto con il primo taglio di circa il 20-30% e anche quello relativo al secondo taglio è pesantemente compromessa (-80%).

Per l’orzo e il grano si stimano perdite attorno al 30-40%. Anche il mais è a rischio: già da ora, vedendo la situazione della coltura in campo, si prevede che la produzione calerà di circa il 20%.

Nel florovivaismo si rileva un aumento dei costi di irrigazione e in alcune realtà si inizia a sentire la mancanza di acqua. Danni si riscontrano anche negli ortaggi in pieno campo (-35%) e, anche se in misura minore, negli ortaggi e nei fiori in serra (-10%).

Per quanto riguarda la zootecnia, il caldo afoso sta determinando una riduzione anche della produzione di latte (- 15/20%) e dell’incremento di peso giornaliero dei bovini da carne (-20%)e dei suini (-10%). Anche per quanto riguarda le carni avicunicole la produzione è diminuita del 15%. Nel comparto delle uova la perdita si attesta infine sul 10% circa.

Infine nelle zone montane la produzione di fieno ha fatto registrare il 40% in meno a livello generale rispetto alla stagione normale.

(16/07/03)

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