Straniere ridotte in schiavitù: in un anno 60 ragazze tolte dalle strade bergamasche

Oltre 60 ragazze, arrivate nella Bergamasca con un sogno, e finite lungo le nostre strade in attesa di clienti, sono state aiutate ad uscire da giro, grazie all’impegno e alla generosa attività delle associazioni che si occupano della loro sorte. Sono poco meno del 10 per cento delle circa 700 ragazze straniere che affollano giorno e notte le strade della nostra provincia. Insomma, un commercio che coinvolge soprattutto giovanissime e molto spesso anche minorenni.A ricordarlo è la Carovana internazionale antiamafie 2005 che nei giorni scorsi ha toccato la nostra provincia. Lo sfruttamento delle donne straniere, indotte alla prostituzione sono 500 mila in Europa, di cui 20 mila in Italia, 4 mila in Lombardia e - come detto - circa 700 nella Bergamasca. A denunciare questo sfruttamento sono gli operatori di Melarancia l’associazione che da anni contatta sul territorio bergamasco le prostituite. Dati che si confrontano con quelli degli operatori della Lule, altra associazione parallela che opera sul milanese. «Ci troviamo di fronte ragazze sfruttate – raccontano - il 35% ha meno di diciotto anni, provengono per la maggior parte dall’Europa dell’Est o dalla Nigeria e sono costrette a un vero e proprio stato di schiavitù». Sul territorio di Bergamo opera ormai da una decina d’anni l’associazione Micaela Onlus, che ha attivato un servizio di pronto intervento dallo scorso anno per il recupero delle ragazze sbattute sulle nostre strade, riuscendo sempre più spesso a restituirle ad una vita più dignitosa.

(11/10/2005)

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