Tav nella Bassa: Di Pietro strappa un «sì» con riserva

Come era successo a Brescia alla fine di febbraio, anche a Treviglio il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha trovato un gruppo di ambientalisti, agricoltori e comitati (in tutto una settantina, secondo le forze dell’ordine) ad accoglierlo all’apertura della Conferenza dei servizi della linea ferroviaria ad alta velocità Treviglio-Brescia. «Per questo tratto - ha però tenuto a sottolineare il ministro - abbiamo inaugurato un metodo di concertazione partecipativa innovativa, siamo andati sui territori».

E Di Pietro ha strappato un «sì» dagli enti coinvolti (33 in tutta la Lombardia), anche se con riserva. La linea dei Comuni (15 quelli bergamaschi attraversati dal tracciato, coordinati dalla Provincia) e della Regione non è cambiata: l’accordo sulla Tav c’è, ma è subordinato all’accoglimento di tutta una serie di prescrizioni. Si va dalla richiesta di un’integrazione progettuale tra Brebemi (autostrada direttissima Brescia-Bergamo-Milano) e ferrovia, di una qualità architettonica dell’opera, della necessità di costituire un comitato per tutelare il mondo agricolo nella fase degli espropri, e di un organismo per continuare a partecipare e «governare» le fasi successive dell’iter.

Rimane invece scoperto il nodo dell’interconnessione tra la nuova linea e la vecchia Milano-Venezia, per cui manca ancora la copertura finanziaria di 130 milioni di euro. «È già inserito nel contratto di programma generale con Rfi - ha precisato il ministro-. I finanziamenti verranno reperiti da qui al 2014, quando entrerà in funzione la Tav. È inutile impegnare delle risorse adesso, che finirebbero nei residui passivi».

(19/03/2008)

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