Terremoto, in Italia grande competenze
ma si guarda troppo al contingente

Se in Italia tante case cadono quando c’è un terremoto non è per l’ignoranza dei tecnici, bensì perché si è in balia di amministratori ed economisti che guardano troppo al contingente. Lo scrive un ingegnere in un’email inviata in redazione.

«Bongiorno, giovedì sera al telegiornale, fra i vari servizi che si sono succeduti, ve ne è stato uno che faceva riferimento alle varie competenze che in paesi come il Giappone e gli Stati Uniti si sono sviluppate sia per quanto riguarda lo studio che la simulazione in laboratorio di tecniche per la riduzione del rischio sismico. Fra le righe si leggeva chiaramente una critica all’Italia quasi fosse assolutamente ignorante in materia».

«Io ho lavorato per 23 anni in Ismes (sono ingegnere Elettrotecnico e mi occupavo di sistemi di monitoraggio ed automazione) e posso dire che studi, sperimentazioni di tecniche di restauro su edifici rurali con impiego di tavoli vibranti, sistemi di monitoraggio sismico, sperimentazioni per l’isolamento sismico con prove su edifici reali (sede Telecom di Ancona) con tecniche che hanno stupito gli stessi osservatori giapponesi, sono solo alcuni degli esempi di attività che hanno dato luogo a pubblicazioni di interesse scientifico internazionale già dagli anno 80-90» .

«Questo ora è disperso qua e là in nome di un’efficienza economica tutta da verificare... molti miei colleghi esperti in materia potrebbero argomentare più diffusamente in proposito, a me premeva fare giusto una puntualizzazione per dire che come tecnici non siamo così sprovveduti, se mai siamo stati troppo in balia di amministratori ed economisti con uno sguardo posto solo sul “contingente”».

Lettera firmata

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