Torre Maria, sulla vetta
la Madonnina di don Pennati

Torre Maria e la storia di una Madonnina di Lourdes portata in vetta da un prete e due ragazzi della sua comunità. È raccontata nel libro «La meta oltre la vetta. Racconti di montagne e di amici», di don Roberto Pennati, da sempre appassionato di montagna, anche adesso che in montagna non ci può più andare, perché ammalato di Sla. E lui stesso ne ha parlato al Palamonti venerdì 27 marzo, tra amici e appassionati delle vette.
La storia è già nota e risale a una scalata del 1994. Su «L'Eco di Bergamo» è stata raccontata nell'agosto 2003. « Ero venuto a sapere – racconta don Pennati - di questa Torre Maria, isolata ed elegante, che si trova in alta val Brembana, presso il Lago Rotondo, sotto la parete sud del Pizzo Trona». Luoghi cari, che conosceva fin da ragazzo. Si era documentato su un vecchio libro trovato nella Biblioteca del Cai: «Avevo letto che in cima c’era una Madonnina».
Salire a quei 2.539 metri tra il Pizzo Tre Signori e il rifugio Benigni non era facile: ci era passato già molte volte ma per vari motivi aveva dovuto rinunciare. «Ma non ho ceduto perché questa storia aveva dentro un seme forte».
Salì la prima volta nel ’91 e scoprì che quella Madonnina di Lourdes era ridotta in pessimo stato, senza testa, colpita forse da un fulmine. Andò alla Libreria Buona Stampa e, quasi di nascosto, comperò una statuetta con l’idea di portarla su prima o poi. Una Madonnina piccolissima, alta sì e no dieci centimetri, che a vederla nelle foto tra quelle rocce possenti fa quasi ridere. «All’inizio – racconta – avevo quasi vergogna di quell’idea». Rimase per un po’ nella sua scatoletta, in stanza.
Un giorno di luglio del ‘94, forse un giorno che qualcosa non andava prese due ragazzi della sua comunità, l’Agro di Sopra e chiese loro: «Vi va di fare una cosa un po' particolare?». E così la Madonnina arrivò in vetta, raggiunta poi da tante persone che hanno fatto e rifatto il cammino di don Roberto.

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