Traliccio Rai: prime perquisizioni

Operazione della Digos nella notte fra giovedì e venerdì nell’ambito delle indagini sul ripetitore dato alle fiamme la settimana scorsa

Perquisizioni l’altra notte nell’ambito delle indagini sull’incendio del traliccio Rai dato alle fiamme la scorsa settimana sul colle della Maresana, in territorio del comune di Ponteranica. Le ha effettuate la Digos tra giovedì e venerdì e – a quanto si è appreso – avrebbero riguardato ambienti vicini all’area anarchica.

Nulla è trapelato sull’esito delle perquisizioni, sulle quali gli investigatori hanno relazionato nella mattina di ieri il magistrato che coordina le indagini, il pubblico ministero Mauro Clerici. Il fascicolo per il rogo del ripetitore – aperto con l’ipotesi di reato di attentato a impianti di pubblica utilità – resta, allo stato, contro ignoti.

Il traliccio è stato incendiato nella notte di mercoledì scorso, poco le due. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti della zona e sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, che hanno lavorato fino all’alba per domare le fiamme. Ingenti i danni, che ammontano a circa 150 mila euro. Secondo una prima ricostruzione, gli sconosciuti (gli inquirenti ritengono almeno quattro persone) hanno tagliato la rete di recinzione che delimita l’area del ripetitore e hanno cosparso di liquido infiammabile il box prefabbricato che custodisce le apparecchiature elettriche e di ricetrasmissione dei segnali televisivi per Rai 1, 2 e 3. Per appiccare il fuoco gli investigatori ritengono che sia stata utilizzata una miccia rudimentale. Le fiamme hanno avvolto la costruzione esterna, poi il calore e il fuoco hanno mandato in tilt le apparecchiature.

Sul posto sono state ritrovate anche due bottiglie in plastica piene di liquidi infiammabile: si trovavano sui cavi coassiali che collegano il box con il ripetitore e ai piedi dello stesso traliccio che regge le parabole. Le micce erano state accese, ma sono rimaste, di fatto, inattive. Sul muro di contenimento dell’area che ospita il ripetitore sono state trovate due scritte. La prima: «Ripetitori=morte». La seconda: «Marco, Marina e Vincenzo liberi». Per quanto riguarda il primo nome gli investigatori ritengono sia riferibile a Marco Camenisch, 52 anni, anarchico-insurrezionalista: condannato in primo grado per attentati ai tralicci dell’Enel in Toscana e arrestato nel ’91 per il tentato omicidio di un carabiniere, è detenuto in Svizzera. Due giorni dopo dopo l’incendio della Maresana, la Corte d’Assise d’appello di Roma lo ha assolto dall’accusa di essere legato a un’associazione anarchico-insurrezionalista. I nomi di Marina e Vincenzo condurrebbero invece a due giovani arrestati nell’ambito di un’inchiesta sui disordini del G8.

(8/2/03)

Su L’Eco di Bergamo dell’8 febbraio 2003

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