«Tre attacchi nel mondo tutti collegati»
A Roma preoccupazione per il Giubileo

I quasi 130 morti di Parigi sembrano aver fatto dimenticare i 224 dell’aereo russo schiantatosi nel Sinai o le decine di vittime dell’ultimo attacco multiplo contro la comunità sciita di Beirut.

Ma la stampa britannica vede in realtà un possibile filo rosso comune fra questi 3 episodi, accaduti a pochi giorni l’uno dall’altro, che denuncia come il segno di «un salto di qualità» dell’Isis.

David Blair scrive sul Sunday Telegraph di «tre complesse e ambiziose azioni omicide» condotte «in rapida successione» in altrettante aree del mondo e contro tre obiettivi diversi, ma precisi (la Russia, il Libano, la Francia). «Non ci sono semplicemente precedenti nella storia del terrorismo moderno» di una cosa del genere, prosegue, osservando come un piano così articolato richieda «una serie di capacità operative».

«L’Isis - fa eco Patrick Cockburn sull’Independent - sta diventato più sofisticato. Reclutare, armare, coordinare e tenere nascosti a Parigi i killer fino all’ultimo momento implica una buona organizzazione. E lo stesso vale se si è fatta passare una bomba a bordo dell’aereo russo prima che decollasse da Sharm el-Sheikh il 30 ottobre».

E la paura serpeggia in tutta l’Europa, Italia compresa: «Il pericolo esiste, è un pericolo oggettivo ma non è concreto e circostanziato». Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti a «In mezz’ora» su Rai 3, sottolineando che il Giubileo rappresenta «un fattore di aumento del rischio».

Da questo pericolo, ha proseguito Roberti, «dobbiamo guardarci mettendo in campo tutti i mezzi di prevenzione. Non dobbiamo sentirci sicuri, ma non dobbiamo neanche spaventarci, sapendo che abbiamo la coscienza a posto perché abbiamo messo in campo tutti gli strumenti investigativi e d’intelligence che si possono usare». Dunque «non sono necessarie leggi speciali» ha aggiunto Roberti sottolineando che «bisogna far funzionare bene quelle che abbiamo». E, soprattutto, «bisogna far funzionare la cooperazione internazionale: le informazioni devono circolare e circolare bene, devono arrivare prima e non dopo gli attacchi».

Quanto a Roma e al Giubileo, Roberti ha ricordato che «è da tempo che Isis lancia messaggi contro Roma, non è certo la prima volta». Ed inoltre, se è vero che con il Giubileo aumenteranno i rischi, «rinunciarvi sarebbe una cosa gravissima. Vorrebbe dire fare il gioco dei terroristi - conclude Roberti - e vorrebbe dire rinunciare alle nostre libertà».

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