Treno deragliato, difetti di manutenzione
«In quel punto sentito uno schianto»

I risultati delle prime indagini dopo il disastro ferroviario di Pioltello che lo scorso 25 gennaio ha causato la morte di tre persone.

Le prime indagini di questi giorni sul disastro ferroviario a Pioltello, nel Milanese, del 25 gennaio scorso stanno confermando l’ipotesi iniziale di una serie di carenze nella manutenzione della rotaia e, in particolare, nel cosiddetto «punto zero» nel quale si staccò un pezzo di ferro di 23 centimetri e dove il treno regionale deragliò, provocando tre morti e quasi cinquanta feriti. «Abbiamo sentito uno schianto in quel punto», hanno raccontato a verbale agli investigatori alcuni passeggeri del terzo vagone, che fu il primo a uscire dal binario e a bordo del quale viaggiavano le tre pendolari vittime della tragedia. Le analisi iniziali degli esperti nominati dal procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, nell’inchiesta che vede indagate otto persone (due manager e quattro tecnici di Rete Ferroviaria Italiana e due manager di Trenord) e le due società, hanno evidenziato, infatti, problemi alla rotaia e difetti nella manutenzione.

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Nel «punto zero», intanto, circa un chilometro prima dalla stazione di Pioltello, era già stato trovato un giunto in cattivo stato con sotto una «zeppa» di legno «tampone» per impedire che la rotaia battesse sulla massicciata al passaggio dei treni. Proprio sopra quel giunto quella mattina si staccò un pezzo di rotaia di oltre 20 centimetri e il convoglio deragliò.Gli inquirenti, dopo un appello appeso in alcune stazioni lungo quella tratta, hanno raccolto in totale 120-130 testimonianze di passeggeri che erano sul treno 10452 quella mattina, treno che procedeva, come accertato dai dati della ’scatola nerà, a 140 km/h, una velocità regolare. In particolare, quelli a bordo del terzo vagone, che si schiantò contro quattro pali prima di fermarsi, hanno detto tutti, in pratica, di aver «sentito uno schianto» nel punto dove il treno è deragliato, come se ci fosse «qualcosa, tipo un sasso, sulla rotaia».

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