Treviglio, una santabarbara in garage Arrestato all’alba un sardo di 53 anni

Nella notte era scattata l’evacuazione della palazzina di via Acquedotto: 20 famiglie erano finite per ore in mezzo alla strada

Un violento sbalzo di temperatura sarebbe bastato a far saltare in aria la palazzina di quattro piani a Treviglio - all’incrocio delle vie Acquedotto, Redipuglia e Piave - dove ieri i carabinieri hanno fatto irruzione trovando scatole e borsoni pieni di esplosivo. L’allarme era scattato nel pomeriggio, e ieri sera - per permettere l’intervento degli artificeri - 20 famiglie erano state evacuate. Questa mattina i militari hanno arrestato un sardo di 53 anni.

Era lui l’uomo che aveva in uso il garage e l’adiacente cantina: proprio qui i militari, che da qualche mese stavano portando avanti le indagini coordinate dal pm Angelo Tibaldi, hanno trovato esplosivo a chili. C’erano anche due candelotti di dinamite per cave già pronti per essere innescati: una variazione intensa di temperatura avrebbe potuto farli saltare in aria.

L’uomo - come è stato confermato nel corso di una conferenza stampa questa mattina a Treviglio - non sarebbe legato agli ambienti anarchicoinsurrezionalisti sardi, quanto piuttosto alla malavita. Era in carcere a Bergamo per omicidio e sequestro di persona, ma godeva del regime di semilibertà che gli consentiva di lavorare per una cooperativa di Treviglio che si occupa di raccolta dei rifiuti e gestione delle piazzole ecologiche.

I carabinieri lo hanno aspettato proprio fuori dal carcere di via Gleno questa mattina alle 6,30, e lo hanno riportato dentro: dovra essere interrogato dal giudice e dovrà rispondere di detenzione di esplosivo, armi e droga. Nel garage sono infatti stati trovati anche pani di hashish. Sposato, ma senza figli, il 53enne sardo è residente a Dalmine.

ECCO COSA CONTENEVA LA SANTABARBARA

I carabinieri hanno trovato:

2,4 chili di esplosivo da cava denominato Tutajacks 851, suddiviso in quattro candelotti da 600 grammi ciascuno;

7,150 kg di gelatina 2B1-AB, suddivisa in 14 candelotti da 500 grammi;

23 detonatori a miccia;

19 metri di miccia a lenta combustione suddivisa in vari spezzoni;

una pistola semiautomatica Beretta modello 92/Fs calibro 9 parabellum modificata, senza matricola, completa di caricatore bifilare contenente 11 cartucce;

50 cartucce calibro 9x21 a palla;

50 cartucce calibro 9x21 a palla blindata;

3 chilogrammi di hashish suddivisi in altrettanti pani avvolti in nastro adesivo;

una bilancia di precisione.

IERI SERA DIASGI E PAURA PER 20 FAMIGLIE

Alle 22 la palazzina, composta da quattro piani, un pianoterra e due piani sotterranei per i box, era stata fatta evacuare. Per precauzione anche via Acquedotto è stata chiusa. Venti le famiglie, per un totale di circa ottanta persone, che hanno dovuto abbandonare momentaneamente gli appartamenti. Tra loro diversi anziani e bambini. Gli inquilini sono stati fatti rientrare verso mezzanotte e mezza, quando gli artificieri hanno concluso il lavoro.

Alcuni di loro hanno trovato ospitalità in un pullman della società di autotrasporti di Treviglio Sai, bus messo a disposizione dai carabinieri di Treviglio che hanno ospitato anche una bimba di tre mesi sulla propria unità mobile. Altri sono stati ospitati nelle auto dei carabinieri. E nell’attesa degli artificieri, i militari dell’Arma hanno offerto anche bevande calde alle persone rimaste in strada. Sul posto sono inoltre arrivati i vigili del fuoco di Treviglio, pronti a intervenire in caso di emergenza. Verso le 23,15 sono quindi arrivati da Brescia i carabinieri dell’Unità antisabotaggio. A tarda ora i militari hanno disinnescato il materiale esplosivo.

(17/2/2004)

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