Tribunale, arresti domiciliari per Trupiano

«Sono sereno, respingo tutte le accuse, sono innocente e vittima di una trappola». Si è difeso così, questa mattina, il consigliere nazionale di Legambiente, Maurizio Trupiano, durante l’interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Bergamo, Patrizia Ingrascì. Il 42enne, residente a Bagnatica – per il quale il giudice ha ora disposto gli arresti domiciliari - era finito in manette mercoledì sera con l’accusa di estorsione ai danni di una azienda, la Gtm di Ghisalba sotto inchiesta per un presunto giro illegale di smaltimento di rifiuti. Trupiano, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto soldi e regali in cambio del proprio silenzio su particolari scottanti relativi all’attività della stessa ditta. In totale, nell’arco di alcuni mesi, Trupiano avrebbe ricevuto, stando a quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Brescia, oltre a un’auto Alfa Romeo 166, almeno 50 mila euro, 10 mila dei quali proprio mercoledì sera, pochi minuti prima che scattasse il blitz delle forze dell’ordine. Trupiano avrebbe spiegato al gip di essersi recato alla Gtm «per un appuntamento» e «non per prendere del denaro». L’inizio dell’indagine risale a circa due mesi fa. Il pm Silvia Russo aveva disposto il dissequestro della Gtm (a cui erano stati messi i sigilli nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti a ottobre 2005), e poco dopo, secondo la teoria accusatoria, Trupiano avrebbe contattato la ditta, proponendo di mantenere il silenzio sui presunti illeciti della ditta stessa in cambio di denaro. I vertici dell’azienda, a fronte di quella che sarebbe stata l’ennesima richiesta di denaro, hanno sporto denuncia, facendo scattare così l’indagine per estorsione nei confronti di Trupiano, con pedinamenti, controlli incrociati e accertamenti di vario tipo. (20/05/2006)

© RIPRODUZIONE RISERVATA