Truffa a banca e a condomini
Amministratore immobiliare a processo

Truffa aggravata ai danni della banca Antonveneta, per la cifra complessiva, secondo l’accusa, di poco più di un milione e centomila euro. Con questa accusa è comparso a processo a Treviglio, due settimane fa, L. M., 57 anni, di Morengo, amministratore di condomini, assistito dall’avvocato Andrea Falco. L’udienza di smistamento si è svolta l’1 dicembre, con l’accettazione da parte del giudice delle liste testi di accusa e difesa, e fissazione dell’inizio del processo vero e proprio, con il dibattimento, a marzo 2009. La vicenda, che ha visto secondo il castello accusatorio coinvolti 117 condomini residenti in palazzine tra Bariano, Caravaggio, Ghisalba, Martinengo e Morengo, riguarda fatti che si sarebbero svolti fino a novembre del 2005: secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Bergamo, sulla base delle indagini svolte dai militari della Guardia di finanza di Trevilgio, il cinquantasettenne si sarebbe impossessato della cifra ottenendola direttamente dalla filiale di Romano di Lombardia della banca Antonveneta attraverso la presentazione di falsi verbali di assemblea che gli conferivano affidamenti bancari su determinati conti. Molti dei clienti del cinquantasettenne, infatti, avevano i loro conti correnti personali in quella filiale: con la presentazione dei falsi verbali L. M. riusciva ad ottenere il denaro, avendo delega per operare come amministratore, e girava quindi il contante così ottenuto su propri conti correnti personali. Nella sostanza, e questa è il nocciolo della contestazione, l’amministratore avrebbe fatto figurare presunte spese per i vari condomini, mentre al contrario avrebbe intascato i soldi. La vicenda era arrivata all’attenzione delle Fiamma Gialle di Treviglio dopo una denuncia sporta dalla banca stessa, che aveva scoperto che qualcosa non tornava proprio dai correntisti, tutti inquilini di appartamenti amministrati dal professionista. L’indagine, estesa a tutto tondo, aveva permesso ai militari di individuare 117 condomini colpiti - chi più chi meno - da questo particolare tipo di «prelievo» dal conto corrente, per una cifra totale pari appunto a poco più di un milione e centomila euro. Da parte sua l’imputato, per bocca del difensore, avvocato Andrea Falco, respinge tutte le accuse: «La contestazione che viene mossa è quella di truffa, e abbiamo appena svolto l’udienza di smistamento. Chiariremo a processo la nostra posizione, a partire da marzo 2009, quando cominceremo a sentire i testimoni. Per quanto ci riguarda riteniamo l’imputazione è priva di fondamento e calunniosa». Nel frattempo sembra che una seconda indagine si sia aggiunta a quella precedente, prendendo avvio dalla denuncia di alcuni altri condomini amministrati dal professionista sempre nella zona della Bassa. Dalla Procura non ci sono per ora conferme o smentite. Secondo quanto è stato possibile sapere, potrebbe essere già stato aperto un nuovo fascicolo: in questo caso si tratterebbe di episodi abbastanza simili a quelli oggetto del processo a Treviglio. In particolare in questo secondo caso l’allarme sarebbe partito da inquilini che avrebbero scoperto di avere grossi debiti con le società di gestione di luce, acqua e gas: i soldi delle bollette sarebbero stati anche in questo caso incamerati dall’amministratore.(17/12/2008)

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