Tutte le piste del caso di Yara
Prima di Bossetti nulla fu tralasciato

Nell’indagine sulla morte di Yara non fu tralasciata nessuna pista, anche la più strana. Perfino le interpretazioni dei sogni, i deliri delle veggenti o i comportamenti fuori dal normale.

Per esempio un camionista di Zanica fini nel mirino degli investigatori perché, dopo un incidente, chiese con insistenza ai poliziotti notizie sulla scomparsa della ragazzina. Nei suoi confronti furono compiute indagini anagrafiche per capire se lui o qualche familiare avesse avuto precedenti specifici. Le fedine penali risultarono però immacolate e la sua posizione fu accantonata.

Prima di convergere su Massimo Bossetti, quella sull’omicidio di Yara è stata dunque un’indagine degli scrupoli, in cui non s’è tralasciato nulla. Era il periodo in cui - tolto Mohammed Fikri, uscito però presto dal mirino del pm Letizia Ruggeri - non c’erano sospettati e quindi chiunque era sospettabile.

Questo rincorrere anche il dettaglio più improbabile dava l’impressione più del disorientamento che della tenacia degli investigatori.

Per capire quanta minuzia c’è dietro quest’indagine, basta leggere che cosa scrivono in una delle informative i carabinieri del Ros.

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