Ultimato a mezzogiorno il ponte di Genova
Calcestruzzi e Italcementi protagonisti

Realizzato anche grazie a prodotti e ricerca del Gruppo Italcementi e i.lab. Ultimato, a mezzogiorno in punto di martedì 28 aprile, il varo della diciannovesima campata d’acciaio del nuovo viadotto di Genova: ora il tracciato del nuovo ponte è completato, è lungo 1067 metri.

Sono state usate 17.500 tonnellate di acciaio. L’operazione è stata salutata dal suono delle sirene del cantiere e delle navi alla fonda e di alcune aziende. A nemmeno due anni dal crollo del Morandi, il 14 agosto 2018 (43 morti), Genova è ricucita. Oggi, come allora, piove. Ci vorranno comunque ancora diverse settimane, si parla di inizio luglio, forse prima, perché l’opera possa essere aperta alla circolazione. Un’opera resa possibile anche dalle competenze maturate in terra bergamasca: in campo infatti per il nuovo ponte di Genova anche la qualità e la competenza di Calcestruzzi e Italcementi .

«È un cantiere simbolo per Genova, per la Repubblica e per l’Italia intera. È il cantiere dell’Italia che sa rialzarsi, che si rimbocca le maniche, che non si lascia abbattere e sopraffare neppure da una tragedia così dolorosa. È un’Italia che mette insieme competenze e senso del dovere». Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Genova in occasione del varo dell’ultima campata del nuovo ponte.

«Quel crollo - ha aggiunto - fu impressionante e le immagini hanno fatto il giro del mondo. Adesso lo faranno queste immagini» che per Conte sono il simbolo «della creatività italiana». «Ricongiungiamo una importante arteria di comunicazione al centro, al cuore, della città di Genova. La portata concreta di questa giornata è nel fatto che c’è un progetto reale che sta giungendo a completamento. Qualcuno ha parlato di miracolo: credo sia possibile parlare di miracolo, senza enfasi, perché c’è il lavoro di tanti qui, dell’autorità pubblica, dei progettisti e in particolare Renzo Piano, degli operai e i tecnici». Sono sempre parole del premier Conte che ha continuato così: «Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo detto subito: Genova non sarà lasciata sola. Oggi suturiamo una ferita. Siamo consapevoli che questa ferita non potrà essere completamente rimarginata perché ci sono 43 vittime. In questa giornata particolare, non dimentichiamo. Siamo consapevoli che i giudizi di responsabilità non si sono ancora completati e devono completarsi. Ci stiamo impegnando perché tragedie del genere non si ripetano più».

«Siamo convinti che non sia un’illusione quella di cambiare il mondo. Credo che vedere quest’opera quasi realizzata sia un segnale straordinario che anche in questo tempo difficile possiamo ogni giorno continuare a cambiare il mondo». È il commento della ministra dei Trasporti Paola De Micheli al varo dell’ultima campata. «Credo che il primo dovere per noi sia quello di garantire la sicurezza. Non vorrei più vivere un’esperienza come questa. Il nostro dovere sarà impedire che accada ancora». «Il Paese ha infrastrutture e ha bisogno di curarle», ha aggiunto parlando del «tentativo di metterne in campo di nuove con un grande piano che presenteremo. Anche se c’è stato Covid non abbiamo smesso di lavorare a un piano sulla Liguria».

«Ve lo chiedo mettendomi in ginocchio, al Paese serve un grande piano, il piano del Governo Conte, come il piano Marshall, per farlo ripartire. Da Genova parte un grande messaggio». Lo ha detto l’Ad di Salini Impregilo, Pietro Salini. «C’è gente che aspetta di lavorare, ci sono genitori che non sanno cosa far fare ai figli, ecco perché serve un grande piano per ristrutturare il Paese, perché sappiamo che il calcestruzzo dura 50 anni». E ricordando la tragedia Salini ha sottolineato: «Come è possibile che possa essere accaduto, con il nostro sapere, noi che abbiamo una storia per le infrastrutture, le abbiamo insegnate a tutti. Ma è accaduto». Ed ha aggiunto: «Abbiamo ricostruito in fretta, con le nostre mani, il nostro sapere. Oggi non ci possiamo abbracciare o stringerci le mani. Ma facciamolo idealmente, alziamo tutti le mani, è il nostro modo di abbracciarci».

«Come Fincantieri staremo al fianco del governo che vuole ripartire». Lo ha detto l’ad Fincantieri Giuseppe Bono, in occasione del varo. «Ci troviamo di fronte a una crisi epocale - ha aggiunto - che stiamo affrontando guardando al futuro e non all’immediato». Per Bono, bisogna «individuare direttrici e nuovi settori sui quali puntare».

Il ponte di Genova «credo sia anche il simbolo di un’Italia che ce la fa a ripartire. Il fatto di avere qua tutte le istituzioni significa che in questo Paese su obiettivi comuni può esserci una politica sola. Non dimentico che siamo qua tutti oggi ma eravamo qua anche quando tutto è iniziato con quella immane tragedia». Lo ha sottolineato il presidente di Regione Liguria e commissario per l’emergenza Giovanni Toti. «In ogni saldatura del ponte, gettata di cemento fatta nei tempi rispettati - ha aggiunto - c’è una piccola minima consolazione per le famiglie di quelle 43 morti assurdi, che hanno almeno una risposta delle istituzioni e spero possa rincuorare quella mancanza»

Il varo dell’ultimo impalcato del ponte di Genova «è un messaggio per Genova e anche per l’Italia. Questo modello con cui abbiamo lavorato, costruisce un futuro anche per l’Italia, soprattutto uscendo da un periodo come questo. Sono sicuro che riusciremo a vincere la sfida, come abbiamo vinto questa». Sono state le parole del commissario per la ricostruzione del Ponte di Genova e sindaco di Genova Marco Bucci.

E la costruzione del nuovo Ponte di Genova ha visto in campo anche Bergamo, la qualità e la competenza di Calcestruzzi e Italcementi. «La realizzazione delle pile verticali in calcestruzzo di sostegno della struttura in acciaio, già completata, e la copertura della parte orizzontale nelle prossime settimane sulla quale sarà steso il manto d’asfalto, rappresentano un successo di squadra per le sinergie create fra le diverse direzioni del Gruppo Italcementi - spiega in una nota il Gruppo Italcementi –. Il mix design del calcestruzzo utilizzato è stato messo poi a punto nei laboratori della Direzione Tecnologia e Qualità di Italcementi presso i.lab. Tutta la filiera delle materie prime che lo compongono - il cemento, gli aggregati, l’acqua - provengono dal territorio e sono state studiate e selezionate sia per rispondere alle stringenti richieste progettuali in termini di resistenza meccanica e durabilità, obbligatorie per un’opera di eccellenza come il nuovo ponte, sia per attenuare la CO2 footprint.

«In particolare il cemento utilizzato, prodotto nel centro di macinazione di Novi Ligure (AL) (è un tipo CEM III cemento d’altoforno) si caratterizza per l’elevato tenore di materiale riciclato (circa 40%), il basso livello di emissioni di CO2 (circa 500 kg/t) e la riconosciuta capacità di consentire la produzione di calcestruzzi di elevata durabilità. Per la produzione del cemento viene utilizzato il clinker (semilavorato) prodotto dalla cementeria di Calusco d’Adda (BG) certificata in conformità alle norme ISO 9001 e ISO 14001 e recentemente secondo lo schema internazionale CSC (già RSS) del Concrete Sustainability Council. Lo schema CSC certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione secondo i principi base della Sostenibilità e nel rispetto di cinque categorie di crediti: Pre-requisiti, Gestione, Sostenibilità Ambientale, Sostenibilità Sociale, Sostenibilità Economica».

«Il calcestruzzo è prodotto dagli impianti della società Calcestruzzi, certificati secondo il Sistema di Gestione della Qualità ISO 9001, presenti nel territorio ligure e già qualificati per la realizzazione di importanti opere – spiega in una nota il Gruppo Italcementi –. Complessivamente saranno resi disponibili per il rifacimento del ponte circa 67 mila mc di calcestruzzo. Fondamentale è stata la collaborazione con la filiera: da una parte l’impresa di costruzioni Salini Impregilo e l’architetto progettista Renzo Piano, che ha avuto parole di apprezzamento per le competenze di Italcementi e di Calcestruzzi, ricordando anche la collaborazione “di eccezionale livello” durante la realizzazione della sede della Fondazione Niarchos ad Atene. Importantissimo anche l’aspetto legato alla sicurezza, dove si lavora giorno dopo giorno rispettando i massimi requisiti previsti a tutela dei lavoratori: nel complesso cantiere del nuovo Ponte procedono, infatti, insieme la costruzione della nuova infrastruttura e la demolizione di quella vecchia rimasta. Un cantiere dove si intrecciano le migliori competenze dell’industria italiana delle costruzioni, per ridare alla città di Genova un collegamento essenziale per il suo tessuto sociale ed economico».

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