«In fondo alla salita», un film su Luca
giovane disabile che parlò al Papa

L’auto bianca si è fermata in piazza San Pietro e in un attimo si è ritrovato stretto nell’abbraccio di Papa Francesco. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo. Luca Ongaro, 22 anni, costretto su una sedia a rotelle da una tetraparesi, si è riavvicinato alla fede dopo un pellegrinaggio a Medjugorje e il suo percorso sarà raccontato nel film del regista Simone Visentini «In fondo alla salita».

«Dipendere da tutto e da tutti non è facile, ma è un’opportunità incredibile per incontri importanti». Ci sono il realismo del limite, ma anche l’infinita gioia della solidarietà e dell’amore nella storia di Luca Ongaro, 22 anni di Casnigo, costretto sin da piccolo alla sedia a rotelle. Nelle ultime settimane Luca ha vissuto l’emozione, enorme, di essere abbracciato da Papa Francesco in piazza San Pietro. Ha anche ricevuto la conferma che farà parte del cast del film «In fondo alla salita» del regista Simone Visentini, dedicato alle conversioni a Medjugorje.

La storia di Luca inizia come quella di tutti i bambini, con le prime conquiste e autonomie. Attorno ai dieci mesi però l’insorgere della malattia: una tetraparesi spastica di probabile origine virale. Termini complessi che si traducono in un chiaro significato: Luca non può camminare. Più che la fine, la malattia è stata per Luca un nuovo inizio, una scommessa vinta negli anni con mamma Ornella e papà Andrea, con i fratelli Paola, Marco e Cristian, con l’amata nonna Palma e con tanti amici che strada facendo hanno condiviso con lui la gioia della solidarietà.

«Sicuramente non è stato facile - ammette mamma Ornella -, ma Luca ha sempre mostrato una volontà non comune di andare oltre, di conquistare giorno per giorno le proprie certezze, coltivando speranza e sorrisi. Ha frequentato l’Isis Romero ad Albino e seguito successivamente un progetto di inserimento presso il Comune di Casnigo».

La svolta arriva a Natale 2010, quando Luca partecipa per la prima volta ad un pellegrinaggio a Medjugorje con un gruppo di Casnigo. «Vivevo con distacco la pratica religiosa - ricorda -, quasi arrabbiato per la mia condizione. Davanti a Maria ho scoperto la serenità e l’importanza della preghiera, affiancato da tante persone che mi hanno mostrato affetto e amicizia sinceri». Luca si è recato a Medjugorje sei volte, accompagnato dai familiari e da gruppi sempre più ampi di pellegrini. Intensa anche l’esperienza vissuta a Roma lo scorso 16 settembre, quando Luca ha partecipato per la prima volta all’udienza generale di Papa Francesco.

«La sua auto è sfilata davanti a noi una prima volta - racconta Luca con immutata emozione - e al ritorno si è fermata proprio davanti a me con grande sorpresa. Papa Francesco è sceso e mi ha abbracciato intensamente, baciandomi sul capo. Mi ha chiesto di pregare per lui». Mamma Ornella era al fianco di Luca e, colta dall’emozione, ha avuto solo il tempo di scattare, quasi d’istinto, un paio d’immagini.

«È accaduto tutto in un attimo, ero incredula. Poco dopo mi ha chiamato Paola, con noi a Roma, ma in un altro settore della piazza: aveva visto il Papa e Luca sui maxischermi».

L’abbraccio di un pontefice a casa Ongaro non è comunque una novità assoluta: proprio Paola, in tenera età, fu presa in braccio in un’analoga situazione da Papa Giovanni Paolo II, di cui fra l’altro Casnigo conserva l’ultima veste talare al Santuario della Madonna d’Erbia.

Lo scorso anno Luca ha raccontato la sua storia nel videoracconto «Il sogno della vita» realizzato da Beppe Cattaneo e Luca Imberti, realizzato nell’area del Santuario della Ss.Trinità e nel nuovo oratorio. Ora Luca tornerà a fare l’attore nel film di Visentini, dedicato ad un ragazzo (interpretato da Emanuele Marzani) che si avvicina all’amore di Dio grazie ad un pellegrinaggio a Medjugorje, con scene girate sui luoghi dell’apparizione. Un’ulteriore emozione da condividere, sicuramente, con Jennifer Pievani, 26 anni, da quasi due anni legata a Luca. «Vive ad Alzano - spiega Luca - e ci siamo conosciuti ad un corso di informatica. Condividiamo la stessa malattia, ma soprattutto sentimenti ed emozioni. Siamo innamorati».

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