Un lettore segnala:«In un pronto soccorso utilizzata l’identità di mio figlioper fare dei controlli medici»

Scopre che l’identità di suo figlio è stata utilizzata da un estraneo per fare dei controlli sanitari. Ecco che cosa una lettrice de L’Eco di Bergamo on line ci scrive. «Alle ore 22 di domenica 7 settembre troviamo nella cassetta della posta della nostra abitazione dei fogli spiegazzati: erano i verbali di pronto soccorso di una prestazione sanitaria avvenuta la stessa notte alle ore 3.02 al Pronto soccorso di un ospedale bresciano - racconta in una mail a [email protected] -. Tutta la documentazione portava il nome di mio figlio, con tanto di codice fiscale e tessera sanitaria. Peccato che lui non si è mai sognato di essere in quell’ospedale a quell’ora, perché reduce da un intervento chirurgico avvenuto alcuni giorni prima e impossibilitato a muoversi senza dolore. Dalle analisi effettuate è emerso che la persona che ha usufruito della visita aveva pure un tasso alcolico superiore alla norma.Ora mi chiedo: se fosse risultato positivo a qualche stupefacente?». E poi continua la lettera: «Nell’era dell’informatica dove basta un clic per risalire a ogni prestazione sanitaria, trovo alquanto imbarazzante ritrovarsi alcolizzati o drogati a nostra insaputa e senza poterci difendere. Se non avessimo ricevuto i verbali di pronto soccorso saremmo mai venuti a conoscenza, che qualcuno si è sostituito a mio figlio presso un ospedale». E poi ancora un’altra domanda: «Perché al Pronto soccorso non è stato chiesto un documento che attestasse l’identità del paziente? - continua Patrizia - Ringrazio pubblicamente la persona che ci ha recapitato la documentazione, perché senza di lei non saremmo mai venuti a conoscenza dei fatti».Disguidi informatici, segnala la tua storia a [email protected] (10/09/2008)

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