Un paio di crocette, non è reato
L’ex sindaco Vitali assolto dopo 6 anni

In tempi di appalti pubblici contestati per i certificati antimafia e rischi in materia, quanto accaduto nel 2009 a Pietro Vitali può apparire «persecutorio».

Si è concluso in tribunale il calvario giudiziario di Pietro Vitali, 71 anni, già sindaco di Cisano, da decenni nel «gotha» dei costruttori, calvario subìto per sei anni a causa di due crocette su un modello di presentazione dell’offerta per ottenere, nel 2009, dal Comune di Lecco l’appalto per lavori straordinari nei giardini pubblici.

«Il fatto non costituisce reato», con tale formula pienamente assolutoria, infatti, a Lecco, il giudice Maria Chiara Arrighi ha assolto Vitali dall’accusa di avere presentato nel 2009, all’ufficio Lavori pubblici e Appalti del Comune di Lecco, una dichiarazione su modello prestampato con le due crocette - tracciate dalla figlia anche su centinaia di altre domande senza subire «censure» - per dichiarare di non avere avuto precedenti penali sia per processi passati in giudicato, sia per carichi pendenti.

Ma nel certificato penale, richiesto per poter partecipare alla gara, nessun precedente era stato citato, godendo dei benefici della «non menzione e pena estinta», in quanto si trattava di contravvenzioni. Ma dall’ufficio del Comune di Lecco partì la segnalazione della notizia di reato, con richiamo all’ipotesi di reato indicata all’articolo 483 del codice penale e apertura del processo, con citazione diretta a giudizio, davanti al giudice Maria Chiara Arrighi.

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