Una gru in mezzo al centro città
Lavori nel cantiere di Villa Pigna

Con il cielo azzurro a fare da contrasto, la gru alta una 60ina di metri in mezzo a via Roma fa un certo effetto.

Lavori in corso nella mattinata di domenica 8 marzo in centro a Bergamo: la giornata festiva e con meno traffico favorisce l’attività e la circolazione è tenuta sotto controllo dagli addetti al lavoro che hanno recintato la zona all’incrocio tra via Roma e via Garibaldi/Petrarca.

Lavori resi necessari per la rimozione delle gru che in questi anni hanno operato all’interno della famosa Villa Pigna, per il noto - e annoso - intervento di ristrutturazione del complesso all'angolo tra via Tasca e viale Roma, conosciuto come Villa Pesenti Pigna dal nome dell'ultima famiglia proprietaria in ordine di tempo, che la cedette due anni fa al costruttore Renato Guatterini e all'imprenditore Marco Cefis, suo socio nell'operazione.

Ora l'immobile è stato suddiviso in diverse unità abitative con la realizzazione di una cinquantina di box sotterranei, nell'ambito di una complessa operazione immobiliare che, benché di carattere prettamente privato, non è stata avara di implicazioni anche per quanto riguarda il livello pubblico.

Al di là del significativo recupero di un pezzo importante del patrimonio urbanistico di città bassa, e del polmone verde rappresentato dal suo parco di circa 2 mila metri quadrati, «con il riuso di un immobile disabitato da quasi dieci anni si torna a presidiare - aveva spiegato tempo fa l'architetto Pietro Valicenti, che ha curato il progetto - una parte di città ormai quasi completamente terziarizzata fra tribunale, banche, uffici e studi professionali. E, che per questa sua destinazione, dopo le sette di sera si svuota completamente. L'intervento, così, può avere una sua importanza anche per la sicurezza del centro di cui spesso, negli ultimi tempi, i bergamaschi hanno lamentato l'abbandono».

Il progetto, che ha richiesto numerose macchine da cantiere e gru ora rimosse, ha previsto il restauro delle facciate e l'eliminazione di superfettazioni ed elementi estranei. Al punto che, rinunciando a preziose cubature, con l'impresa era stato deciso di eliminare il vano ascensore esterno, realizzato negli Anni Novanta, per allinearsi nel modo più completo all'aspetto originario del palazzo, che risale a un progetto dell'ingegner Camillo Galizzi nei primi Anni Venti. Una profonda attenzione alla storia, quindi, «ma senza rinunciare alle soluzioni più moderne, soprattutto sotto il profilo dell'isolamento acustico e termico. Di studi approfonditi è stato oggetto anche il parco, che una volta terminati i lavori per i garage interrati sarà completamente ripristinato: tra superficie e tetto dei box ci sarà un metro di terra, il che permetterà di mettere a dimora praticamente qualsiasi specie vegetale» aveva spiegato il progettista.

Per il palazzo, insomma, si profila un futuro assolutamente esclusivo, nel solco di una storia che già l'ha visto proprietà di alcune tra le famiglie più importanti del mondo economico bergamasco (dai Beltracchini, imprenditori tessili di origine svizzera che lo fecero costruire fra il 1922 e il 1925, appunto ai Pesenti Pigna) ma anche adibito a destinazioni pubbliche di rilievo come Casa del Fascio (dal 1932 al 1945) o comando del Gruppo di combattimento Legnano dove tra l'altro, nei mesi immediatamente successivi alla Liberazione, completò il servizio militare un giovane tenente di nome Gianni Agnelli, reduce dalle operazioni belliche con la cavalleria sui fronti russo e tunisino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA