Università: l’inaugurazione dell’Anno Accademico

Il Rettore dell’Università di Bergamo, prof. Alberto Castoldi
Riportiamo volentieri il testo integrale dell’intervento del Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, prof. Alberto Castoldi, alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2003-2004, che si è svolta stamane presso il Centro Congressi "Giovanni XXIII"

Autorità, colleghi, studenti, signore e signori,

Anche quest’anno l’Ateneo bergamasco ha lavorato intensamente e nonostante le innumerevoli difficoltà che caratterizzano la situazione generale dell’Università italiana sono stati conseguiti altri risultati di grande rilievo.

Il numero degli iscritti è ulteriormente aumentato, raggiungendo le 12.000 unità, obiettivo che solo tre anni fa ci sembrava al di fuori della nostra portata. L’esito ci conforta in merito all’efficacia delle scelte fin qui operate, scelte che vanno evidentemente incontro alle necessità del territorio.

A questo incremento numerico si è cercato di rispondere potenziando il numero dei docenti che, a conclusione dei concorsi banditi raggiungerà le 230 unità, e gli spazi. Al riguardo occorre almeno menzionare l’acquisizione della sede di Sant’Agostino, che accoglie, in un ambiente fra i più suggestivi di Città Alta, la Facoltà di Lettere e Filosofia, e la biblioteca comune delle due facoltà umanistiche con spazi, attrezzature e posti di lettura assai incrementati: da cinquanta a circa centocinquanta posti.

In proposito voglio sottolineare come l’insediamento dell’Ateneo in Sant’Agostino costituisca una tappa per molti versi fondamentale nella vita della nostra Università, sia per i risvolti storico-culturali (per secoli il monastero ha rappresentato il faro della cultura umanistica della città), sia per la conferma di una crescente collaborazione fra l’Università e l’amministrazione comunale di Bergamo. Sant’Agostino è per noi così emblematico che da oltre un anno lo abbiamo utilizzato nella nostra comunicazione istituzionale a tutti i livelli (dal sito web alle nostre guide) anticipando la valenza di questa operazione. E’ il simbolo di uno dei nostri centri di ricerca più importanti, il dottorato in antropologia, e la recente inaugurazione, a mio modo di vedere eccellente al di là di vane polemiche, ha sottolineato la prospettiva in cui ci si intende muovere: da tempo, infatti, Sant’Agostino è stato individuato come il perno del nuovo polo della cultura umanistica (verrà fra l’atro creato un Centro di Ricerche sull’Umanesimo e il Rinascimento), polo che attraverso l’ex collegio Baroni ci auguriamo possa scendere fino a coinvolgere il complesso dell’Accademia Carrara.

Tornando alle novità relative agli spazi ricordo che fra pochi mesi andrà ad aggiungersi agli edifici già in funzione anche la sede di Piazza Rosate completamente rinnovata, che ospiterà la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, destinata a presidiare il cuore della Città Vecchia.

In via dei Caniana, invece, saranno disponibili per la fine di questo mese altri 2.200 mq., che andranno a completare lo spazio dedicato all’Amministrazione ed alla Facoltà di Economia, per complessivi 15.000 mq. Il collegamento con le varie sedi universitarie sarà garantito, grazie all’intervento dell’amministrazione comunale, da un servizio di trasporto dedicato proprio all’Università, con intervalli d’attesa di cinque minuti.

Il rilancio dell’Ateneo è naturalmente connesso anche all’incremento dell’offerta formativa, nell’intento di completare il disegno complessivo a suo tempo formulato e sotteso all’ampliamento degli spazi per la didattica. E’ stato attivato il nuovo corso di laurea in Psicologia, a numero chiuso (300 posti), e per l’anno prossimo è prevista, se il Comitato Regionale ci darà la sua autorizzazione, la creazione della Facoltà di Giurisprudenza, ora presente come Corso di Laurea all’interno della Facoltà di Economia.

Verranno sottoscritti nei prossimi giorni due importanti accordi:

il primo accordo è con il Comune di Treviglio e la Banca di Credito Cooperativo di Treviglio e della Gera D’Adda finalizzato all’avvio nel prossimo anno di un corso in Economia e amministrazione delle imprese nelle nuove strutture messe a disposizione dall’Amministrazione comunale e dalla Banca stessa, primo passo di un percorso che potrà in futuro coinvolgere anche le altre facoltà dell’Ateneo. Una novità che per molti versi ci auguriamo possa contribuire a rinsaldare i legami all’interno del territorio, e un’intesa che potrebbe sfociare nell’adesione delle istituzioni trevigliesi alla Fondazione Bergamo nella storia che, grazie anche alla collaborazione con l’Università, sta diventando l’istituzione punto di riferimento e di incontro fra il pubblico ed il privato per le più significative iniziative culturali del nostro territorio.

Il secondo importante accordo di collaborazione verrà invece siglato con l’Università Vita S. Raffaele di Milano, premessa ad una più vasta e spero proficua collaborazione con gli enti ospedalieri bergamaschi, per la formazione innanzitutto, ma in prospettiva anche per la ricerca, riservando all’Università un ruolo di coordinamento; tanto più che l’Ateneo bergamasco afferisce, come unica sede universitaria, all’associazione per lo studio delle staminali, Constem, cui partecipano i più importanti centri di ricerca italiani.

Queste novità si inseriscono in un orizzonte nel quale la riforma dell’Università ha posto lo studente al centro delle sue preoccupazioni; l’autonomia di cui si avvalgono gli atenei ha consentito di operare in questa direzione privilegiando, al di là dell’organizzazione didattica complessiva, alcuni momenti specifici della formazione, vale a dire l’Orientamento, gli Stages e i Tirocini. E’ stato creato un ufficio apposito che si occupa dell’organizzazione dei servizi, tenuto conto del ruolo strategico che essi svolgono ormai stabilmente nel panorama degli atenei italiani. Si tratta di un’attività importante di collegamento con le Scuole superiori, da una parte, al fine di consentire ai giovani una scelta consapevole del proprio percorso universitario, ed evitare così ritardi o abbandoni; dall’altra con le aziende (stages e tirocini), per consentire agli studenti di misurarsi con la realtà concreta del mondo del lavoro, acquisendo nuove competenze ed opportunità. Sono state sottoscritte moltissime convenzioni con le diverse realtà produttive, per complessivi 1.050 tirocini nell’ultimo anno. Inserendosi in questa prospettiva, l’Unione Industriali della Provincia di Bergamo, d’intesa con la Pro Universitate, che qui ringrazio, ha finanziato la realizzazione di un market place degli stages, vale a dire di uno strumento informatico, che sarà reso disponibile per tutti i settori produttivi della provincia, mirato a consentire il dialogo fra offerta e domanda. Uno strumento che è già attivo e disponibile on line sul nostro sito web.

Il dialogo con gli studenti si avvale anche dell’insegnamento a distanza, sul quale l’Ateneo sta investendo ormai da alcuni anni, ed è ora in grado di offrire una didattica in rete: corsi con materiali didattici, corsi con forum, corsi con gestione del processo di apprendimento, anche in partnership con Telecom. L’e-learning svolge e svolgerà ancor più nel futuro un ruolo strategico: le previsioni per il 2003 negli Stati Uniti ammontavano a 9 miliardi di dollari. Tuttavia siamo consapevoli che accanto agli strumenti del "saper fare" , che possono essere distribuiti in rete, occorre fornire un sapere in grado di farsi coscienza della propria epoca e di affrontare problemi sempre nuovi.

Il panorama complessivo potrebbe apparire assai positivo ed in parte è vero, visto che molto è stato fatto, e considerato il consolidarsi del felice rapporto con il territorio che ha portato alla costituzione del Centro Studi Pietro Radici (che si avvale di competenze delle facoltà di Economia e di Ingegneria), al finanziamento da parte dell’Associazione Pro Universitate di un "prestito d’onore" a favore degli studenti più meritevoli che anticipa analoghe iniziative proposte dal governo, e ai numerosi finanziamenti di borse di studio fra cui è da segnalare, perché favorisce il processo di internazionalizzazione in atto, il finanziamento da parte dell’Associazione Amici dell’Università di tre borse di studio presso la Harward University.

Il quadro complessivo a livello nazionale è invece assai preoccupante. Il blocco delle assunzioni sia del personale amministrativo (per il terzo anno consecutivo), sia del personale docente (per il secondo anno) risulta devastante per l’università italiana, e lo è ancor più per quelle sedi come la nostra che si sono sviluppate notevolmente proprio in questi ultimi anni. Il provvedimento non trova alcuna ragionevole giustificazione dato che gli Atenei per bandire un posto devono prima garantirne la copertura finanziaria: ciò significa che l’assunzione non richiede di per sé alcun onere aggiuntivo per l’Università. Occorre tener presente, fra l’altro, che nel 2010 il 60% del personale di ruolo dell’Università andrà in pensione per raggiunti limiti di età e sarà praticamente impossibile sostituirlo con i normali ritmi concorsuali.

La mancata assegnazione per il secondo anno consecutivo dei fondi relativi agli aumenti stipendiali stabiliti per legge incide pesantemente sui bilanci degli atenei, dato che l’incremento dei finanziamenti è stato nel frattempo modestissimo, ed ampiamente azzerato dall’inflazione. Se poi passiamo dal quadro generale a quello del nostro ateneo la situazione si fa ancora più difficile. Il fondo ordinario del ministero pur essendo aumentato in questi ultimi quattro anni, continua di fatto ad essere gravemente inferiore alla media nazionale degli altri Atenei.

Il recupero del differenziale ha subito nel 2003 un forte rallentamento proprio nella fase di maggior sviluppo dell’Ateneo, con conseguenti difficoltà nella gestione delle varie attività. Il fondo continua infatti ad essere calcolato su dati relativi all’anno accademico 2000/2001 anche se nel frattempo sono stati attivati 14 nuovi corsi di laurea e gli studenti sono passati da 8.000 a 12.000.

Abbiamo potuto rispondere finora alla mancata assegnazione di fondi adeguati proprio con l’incremento delle iscrizioni, e quindi dei contributi degli studenti, ma questo percorso non potrà ovviamente durare all’infinito, e saremo verosimilmente costretti ad aumentare le tasse. Sarebbe quanto mai opportuno che, data questa situazione, potessimo contare su un intervento coordinato e corale da parte della nostra rappresentanza parlamentare, perché alcuni nodi non possono che essere sciolti a livello politico.

La tentazione è forte di costituirsi come corpo separato, in un’epoca in cui la distanza fra cultura e resto della società sembra riproporre agli atenei il ruolo di custodi della cultura nell’accezione gloriosa ma restrittiva dei conventi medioevali, fari sparsi per l’Europa, in risposta ad una società piena di fermenti ma certo tribolatissima. Anche oggi la civiltà planetaria vive sotto l’incubo di molteplici minacce ad una pacifica convivenza tra paesi che vivono in condizioni economiche e sociali abissalmente diverse fra di loro: il consumo energetico, la sperequazione nell’uso delle risorse, le catastrofi ambientali, la sovrappopolazione mondiale, l’AIDS, le migrazioni epocali, le carestie, la fame, ed ultimamente il diffondersi del terrorismo disegnano un panorama angoscioso. Tuttavia non è rinchiudendoci in una torre d’avorio che potremo fornire una risposta ai gravi problemi che ci assillano. Credo anzi che occorra saper cogliere gli stimoli molteplici provenienti da un’epoca, la nostra, che non ha avuto precedenti per ricchezza e importanza di idee ed iniziative, e ripensare così in modo radicale i fondamenti di una civiltà nuova, che per la prima volta nella storia è a dimensione planetaria. Ora più che mai l’Europa deve proporsi di recuperare un ruolo-guida, facendosi carico della sua splendida tradizione, in cui si è andata elaborando la cultura occidentale, e contribuire fattivamente a governare i prorompenti processi in atto in ambito sociale ed economico. Solo tornando ad essere uno straordinario laboratorio progettuale e creativo potrà rispondere al monito di Valéry, sempre più attuale, quando agli inizi del Novecento, dopo i massacri della prima guerra mondiale avvertiva che le civiltà sono mortali. Occorre reagire alla rassegnazione che ci vorrebbe prigionieri di un inevitabile autunno dell’Europa.

Di qui l’importanza sempre maggiore che ha nel nostro Ateneo l’internazionalizzazione, sia come materia di studio che come attività formativa. Non casualmente su questi temi sono state attivate due cattedre Jean Monnet e una cattedra Unesco di cui siamo molto orgogliosi, perché offrono un ancoraggio costante di ricerca e formazione alle molte iniziative del territorio.

Come ricordavo a proposito di Sant’Agostino è fra l’altro attivo un Centro di ricerca sull’antropologia e l’epistemologia della complessità, di cui fa parte anche il prof. Edgar Morin, insignito l’anno scorso di una laurea "honoris causa" della nostra Università. Se, come afferma Jacques Delors, l’Europa politica di oggi intende porsi come "un’area di pace attiva, una struttura di sviluppo sostenibile, un modo particolare di gestire la nostra diversità culturale", occorre riflettere sulla dinamica culturale planetaria condizionata dal movimento costante di masse di individui che vanno progressivamente ridisegnando l’identità europea

Per altro verso esiste ormai uno spazio comune europeo del sapere, ed i Rettori europei hanno ribadito anche di recente di voler realizzare, a loro volta, uno spazio comune della formazione superiore e della ricerca, in un sistema integrato di apporti diversi. Questo spazio si sta realizzando con scambi di studenti e docenti, sempre più diffusi, ma anche grazie ad un sistema di valutazione degli Atenei sempre più analitico, al fine di mettere in evidenza sia le carenze che i reali punti di eccellenza, ricorrendo anche a valutatori stranieri come avviene per la didattica nei progetti CampusOne. Non più quindi autocertificazione, ma confronto sempre più serrato con il resto dell’Europa in una competizione basata sulla qualità. La ristrettezza dei fondi obbliga ad un maggior senso di responsabilità ed a premiare i migliori: è questa la politica del nostro Ateneo e le valutazioni nei nostri confronti sono molto positive.

Dato lo sforzo straordinario che l’Ateneo sta compiendo, reso ancor più difficoltoso dal quadro generale in cui ci troviamo, devo un particolare ringraziamento agli studenti, ai docenti, al personale amministrativo e a tutte le forze del territorio che dialogano con l’Università, non intendo citarle tutte per il timore di dimenticarne involontariamente qualcuna; vorrei comunque menzionare almeno l’Accademia della Guardia di Finanza con cui esiste una collaborazione preziosa.

Le lauree honoris causa che verranno consegnate quest’anno hanno per noi un significato particolare. Da una parte si offre un riconoscimento ad una personalità eminente del nostro mondo imprenditoriale, Domenico Bosatelli, dall’altra ad un artista bergamasco ed internazionale, Ermanno Olmi, interprete sensibile dei temi della cultura europea. Dialogo dunque con il territorio, dialogo con la cultura, dialogo con l’Europa, nei nostri programmi: avremmo dovuto conferire, infatti, una laurea "honoris causa" anche ad uno dei più illustri fra i padri fondatori dell’Unione Europea, Jacques Delors, ma le condizioni di salute non gli hanno consentito d’essere oggi qui con noi; nell’augurargli una rapida guarigione rimandiamo l’incontro agli inizi di luglio quando festeggeremo il trentennale della fondazione della Facoltà di Economia, e avremo il piacere di consegnare una laurea honoris causa oltre che al premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, al cavaliere del lavoro Emilio Lombardini, eminente figura del commercio italiano. Molti di voi avranno notato l’assenza del prof. Antonio Amaduzzi, preside della Facoltà di Economia, sostituito dal prof. Gambarelli, vicepreside; anche nel suo caso le condizioni di salute non gli hanno consentito di essere presente oggi, me ne rammarico vivamente, e gli auguro un pronto e completo ristabilimento.

Dichiaro ora ufficialmente aperto il nuovo anno accademico e lascio la parola ai colleghi che hanno il compito di illustrare la personalità umana e scientifica dei premiati.

Prof. Alberto CastoldiRettore

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