Via libera al reato di omicidio stradale
Pene fino a 15 anni, ecco le novità

L’Aula del Senato ha approvato con 149 si’, tre no e 15 astenuti la fiducia chiesta dal Governo sul Ddl che disciplina l’omicidio stradale. Il via libera al provvedimento, nel testo tornato dalla Camera, e’ definitivo. In sede di votazione la maggior parte dei senatori di Ala, 13 su 19, ha optato per l’astensione (che in Senato vale come voto contrario) mentre gli altri non hanno partecipato al voto.

L’omicidio stradale colposo diventa reato a sé, graduato su tre varianti: resta la pena prevista(da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada. La sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi: chi infatti uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe rischia ora da 8 a 12 anni di carcere. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).

Ad annunciare la decisione di porre la fiducia sul ddl era stata la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. «Credo che il governo non solo non si debba vergognare - ha sostenuto di fronte alle proteste in particolare di Carlo Giovanardi - ma debba essere orgoglioso di mettere la prosecuzione della propria attività e carriera e politica a tutela delle vittime della strada, per riconoscere diritti a loro e alle loro famiglie. Quindi sicuramente il governo non si vergogna per mettere la fiducia su un provvedimento così sentito dai cittadini». Il testo è stato oggetto di un «ampio approfondimento -, ha sottolineato Boschi, ricordando i quattro passaggi in Parlamento -. Arriviamo alla fine di un percorso che per la prima volta riconosce delle misure molto più stringenti che tuteleranno i soggetti più deboli e che cercheranno di evitare che si possano ripetere episodi come quelli che anche la cronaca purtroppo recentemente ci ha ricordato, di soggetti che restano impuniti a fronte di vittime che purtroppo invece non avranno più possibilità di avere un futuro».

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