Zogno, una storia sulle due ruote
«Tanta paura, soccorso da sconosciuti»

«Mi chiamo Renato Mora, sono di Dalmine, faccio il benzinaio e sono un appassionato ciclista amatore e pedalo da più di 35 anni». Inizia così la lettera-racconto di un nostro utente.

«Domenica scorsa in sella alla mia Bianchi sono partito in direzione della Val Taleggio e lungo il percorso ho incontrato altri ciclisti con i quali abbiamo formato un gruppetto di 4-5 persone: procedevamo in fila indiana e, oltrepassato il paese di Zogno, in località Ambria a causa del traffico e del restringimento della strada non sono riuscito ad evitare l’impatto con il guard-rail a destra della carreggiata».

«L’urto è stato violento, per quanto la velocità non fosse molto elevata, la lamiera (tagliente come una lama) mi ha provocato un profondo taglio al braccio destro e il sangue in meno di un secondo ha cominciato ad uscire come da un rubinetto aperto - racconta il lettore -. Il dolore è stato subito fortissimo. Ho immediatamente realizzato la gravità della cosa: sotto choc e disperato ho chiesto aiuto (altro non potevo fare) e l’aiuto mi è subito arrivato».

«Due dei ciclisti che erano con me mi hanno subito soccorso, mi hanno calmato e si sono presi cura della mia bici fino all’arrivo di mio fratello, ma non ho chiesto loro nemmeno come si chiamassero - continua il racconto -. L’equipaggio dell’ambulanza ha praticato i primi interventi con estrema professionalità e mi hanno portato al pronto soccorso dell’ospedale di S. Giovanni Bianco».

«L’umanità, la disponibilità e la professionalità di tutto lo staff (medici ed infermieri) mi hanno stupito e commosso: si capisce subito quando il proprio lavoro viene svolto con passione e con la consapevolezza di poter aiutare il prossimo. Solo trovandosi in una situazione di disperazione e impotenza si può capire quanto sia preziosa la vicinanza delle persone e quanto bene possa fare anche un piccolo aiuto» conclude il lettore che ringrazia di cuore i ciclisti e i medici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA