A Wuhan auto raddoppiate
Bergamo eviti il rischio

Bergamo ha vissuto la tragedia del Covid recuperando il meglio dei propri valori. Il grande dolore e il blocco delle attività hanno permesso di riflettere sul modello sociale ed economico. La ripresa, ora, dev’essere all’insegna della tutela dell’ambiente e della salute. Il numero di maggio di «eco.bergamo», la rivista di ecologia e green economy in edicola gratis con il nostro quotidiano, riflette sulle sfide per l’ambiente ai tempi della pandemia.

Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale, avverte: «La probabilità di un’altra pandemia come quella in atto o più grave e violenta di questa in un prossimo futuro è elevata. Il riscaldamento globale – spiega – sta portando, sempre di più, forme di vita a latitudini dove non erano presenti. Gli insetti, per esempio, diffondono virus ignoti al sistema immunitario. Questo fenomeno è il rischio maggiore dello squilibrio dell’ecosistema generale, dovuto all’innalzamento della temperatura dei mari, dell’aria, della terra e all’aggressione perpetrata negli anni all’ambiente». L’Italia è il primo Paese in Europa per morti premature da inquinamento atmosferico, 76 mila nel 2019. Esposizioni croniche a elevate concentrazioni di particolato, come quelle registrate ormai da decenni nella Pianura Padana, hanno conseguenze negative sulla salute, rilevate dall’Agenzia europea per l’ambiente. Rappresentano anche un fattore che predispone a una maggiore suscettibilità degli anziani fragili alle infezioni virali e alle complicanze cardio-polmonari. È arrivato il momento di affrontare il problema.

La ripartenza presenta pericoli ma anche opportunità. La necessità del distanziamento sociale rischia di allontanare dai mezzi pubblici, dove i posti sono drasticamente ridotti. A Wuhan, dopo il confinamento, il ricorso all’auto privata è raddoppiato. A Milano la «Strategia di adattamento» del Comune considera che il contrasto al virus passa anche dal taglio delle emissioni climalteranti e inquinanti. La metropoli punta a riscoprire la dimensione del quartiere, ovvero la città dove «per ciascuno tutto sia raggiungibile in 15 minuti a piedi». Si pensa a «massimizzare la flessibilità di tempi e orari», per evitare grandi flussi in entrata e in uscita dalla metropoli. A «favorire la consegna degli acquisti a domicilio, valorizzando le reti commerciali di vicinato, sostenendo il commercio locale». E ancora a «ridefinire l’uso delle strade e degli spazi pubblici, aumentare gli spostamenti di superficie non inquinanti: a piedi, in bicicletta e con i mezzi di mobilità leggera». A Milano sono annunciati importanti investimenti per la mobilità pedonale e ciclabile, prevedendo per quest’ultima la realizzazione di circa 60 chilometri di percorsi entro l’anno.

Le cinque regole per la Fase 2, a giudizio di Legambiente Lombardia, sono la sicurezza sanitaria sui mezzi pubblici, gli interventi che favoriscano la ciclabilità, la promozione dei mezzi condivisi (chiamata «sharing mobility»), gli incentivi a chi vuole passare a un’auto a basse o nulle emissioni, il ricorso massiccio allo smart working. Il Piano di azione per la mobilità urbana post Covid di Bikeitalia.it punta a creare una vera e propria Rete di mobilità d’emergenza, che favorisca la circolazione di mezzi di trasporto veloci e leggeri per evitare la congestione del traffico. A Bergamo Fiab-Pedalopolis e Aribi tracciano le linee per la città del futuro su due ruote. Un buon esempio è Pesaro dove, già quindici anni fa, ha preso forma il progetto della Bicipolitana, una vera e propria metropolitana a cielo aperto interamente dedicata alle biciclette. Undici linee, con altre due in progettazione, consentono di percorrere tutta la città. Ben 90 chilometri di piste si intersecano in ogni direzione: erano solo 20 nel 2005. E a Bergamo?

© RIPRODUZIONE RISERVATA