Casa, scuola o in ufficio
Tira proprio una brutta aria

E’ inutile scappare dalla strada perché assediati dallo smog. E’ inutile anche rifugiarsi in casa per difenderci dalle micidiali polveri sottili, i famigerati Pm10 e Pm 2,5. Traffico, riscaldamento, stufe, caminetti e bel tempo ci stanno soffocando. Ma rifugiarsi di tutta corsa dentro casa, può rivelarsi, di fatto un errore ancora più grande.

E’ inutile scappare dalla strada perché assediati dallo smog. E’ inutile anche rifugiarsi in casa per difenderci dalle micidiali polveri sottili, i famigerati Pm10 e Pm 2,5. Traffico, riscaldamento, stufe, caminetti e bel tempo ci stanno soffocando. Ma rifugiarsi di tutta corsa dentro casa, può rivelarsi, di fatto un errore ancora più grande.

Dentro le nostre quattro mura spesso respiriamo più veleni, inquinanti, parassiti ed esalazioni nocive che sul marciapiede delle strade. E forse quella mascherina sarebbe più opportuno metterla appena entrati in casa, non quando si esce.

L’inquinamento degli ambienti chiusi, definito inquinamento indoor, è una parte rilevante del capitolo più complessivo che riguarda il mal d’aria. E per indoor, infatti, si intende oltre alla casa, anche le aule delle scuole, gli uffici, pubblici e privati tutti dotati di tecnologia come computer e fotocopiatrici, per esempio, responsabili di emissioni di polveri o onde elettromagnetiche. Perfino gli ospedali hanno una loro carica di inquinamento, fra solventi, disinfettanti e anestetici che si mischiano a virus e batteri a formare la peggior qualità dell’aria fra le pareti.

Basta leggere con attenzione l’inserto che la rivista “eco.bergamo”, domenica prossima, 7 febbraio, in edicola gratuitamente con il quotidiano L’Eco di Bergamo, per capire quali sono i rischi che corrono bocca, naso e polmoni, le nostre vie respiratorie, quando sono a contatto con ambienti chiusi.

Ed è in casa, per esempio, che viviamo il primo paradosso: la prima fonte di inquinamento dell’aria delle nostre stanze arriva proprio dai prodotti destinati alla pulizia, dai detergenti ai saponi, dai disinfettanti ai deodoranti, dalle stesse candeline profumate se queste non sono fatte di pura cera: è un profluvio della tossica formaldeide.

Ma in agguato ci sono agenti biologici come virus, batteri, funghi, prodotti e trasportati anche da animali domestici. Non si salva nemmeno la cucina: i livelli di prodotti della combustione (ossido di carbonio, biossido di azoto) nelle operazioni di cottura degli alimenti con stufe a gas o a legna possono raggiungere livelli elevati e nocivi in particolare per anziani e bambini.

Nell’inserto della rivista eco.bergamo, domani in edicola con L’Eco di Bergamo e interamente dedicato a una guida sul tema dell’inquinamento, la cattiva manutenzione dei sistemi di riscaldamento è indicata fra le principali cause di aria malsana all’interno di ambienti di studio e d lavoro. Un giusto livello di umidità o il favorire un ricambio d’aria possono essere le rime azioni per evitare problemi come la formazione di macchie di umidità e muffe e condense d’acqua. Ma anche a scarsa igiene, la poca o inesistente manutenzione degli impianti di climatizzazione, le fotocopiatrici, i mobili in legno truciolare, o i rivestimenti porosi che assorbono e rilasciano in continuazione gli inquinanti chimici presenti nell’aria di questi ambienti, sono fra le minacce in ufficio di mal d’aria.

Scuole, uffici, case. Insomma la minaccia è ovunque. Ed è per questo che nell’inserto del magazine “eco.bergamo”, in edicola domani è indicato come fare un passo in più, in avanti: imparare a curare l’aria in cui si vive, già da dentro casa propria, è un buon inizio per rendersi più consapevole di quanto sia importante evitare azioni, comportamenti e stili di vita che possano danneggiare anche l’atmosfera. A cominciare da quella respiriamo quando si va a comperare il pane.

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