Città e agricoltura si incontrano
per creare il cibo del futuro

Agricoltura e città destinati a incontrarsi. E a scambiarsi le proprie conoscenze e competenze. Così «il futuro dell’agricoltura sarà sempre più tecnologico, e quello delle città sempre più green. Ed Expo deve essere un modello per le città di domani».

Agricoltura e città destinati a incontrarsi. E a scambiarsi le proprie conoscenze e competenze. Così «il futuro dell’agricoltura sarà sempre più tecnologico, e quello delle città sempre più green. Ed Expo deve essere un modello per le città di domani». Andrea Sisti, presidente del Conaf (il Consiglio dell’Ordine Nazionale Agronomi e Forestali) e direttore del padiglione di Waa (World Association of Agronomics), ha usato queste parole durante la presentazione del VI Congresso mondiale della WAA.

L’incontro annuale tra i più importanti agronomi del mondo quest’anno si terrà proprio a Expo, dal 14 al 18 settembre, e vedrà la partecipazione di 800 specialisti internazionali, attorno a 48 tavoli di lavoro sui temi più importanti riguardanti il futuro della produzione di cibo.

La tecnologia, per Sisti, «ci permetterà di produrre cibo in modo sempre più coerente con l’ambiente e l’essere umano». Tra le varie applicazioni il corretto sfruttamento delle risorse, la gestione degli scarti e il miglioramento genetico. Ma anche l’informazione del consumatore: «entro due anni dovremmo riuscire ad avere un codice QR su tutti i prodotti dei supermercati che permetterà di conoscere non solo le proprietà dell’alimento, ma anche se e quanti pesticidi sono stati usati e che effetti possono avere sulla nostra salute».

Le città green del futuro, invece, potrebbero prendere spunto dalle tante idee ospitate nel sito di Expo: «l’Esposizione ci mostra come si può organizzare la produzione di cibo nei centri urbani: fattorie verticali, orti, ambienti verdi che attutiscono l’inquinamento», ha spiegato Sisti.

Per questo, per il post evento, l’agronomo ha proposto di trasformare il sito in “un centro di ricerca e innovazione, un grande campus dove gli studenti di tutte le facoltà che si occupano di cibo, da tutto il mondo, possano venire a trascorrere un anno di studi”. Le opportunità di Expo derivano «dalla possibilità di confronto con il meglio dei vari Paesi» e questo progetto potrebbe essere «un tassello per la realizzazione concreta della Carta di Milano».

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