Expo, agricoltura e carne rossa
È in edicola «eco.bergamo»

Da come è cambiata l’agricoltura con il vento di Expo, alle nuove imprese innovative, fino a come scegliere la legna da bruciare e in quale tipo di impianto, oppure come scegliere e consumare carne rossa dopo l’allarme dell’Oms: sono alcuni dei servizi pubblicati nel nuovo numero di eco.bergamo domenica gratis in edicola con L’Eco di Bergamo

La mappa della Bergamasca è densissima di prodotti. Ognuno è espressione di un unico angolo di territorio. Pochi ettari di coltivazione, ma solo per quel vino, quel mais, quella farina particolare, il frutto tipico, un salame o il vino di quel posto. Che non trovi da nessuna altra parte.

Ecco che cosa ha significato il vento di Expo: la capacità di rigenerare da un evento globale mille piccole agricolture locali sotto l’ombra di mille campanili di terra nella forma di un seme recuperato e rimesso a germogliare. Come il melone di Calvenzano, o come è stato per la patata di Martinengo, o più recente il tubero di Pontirolo che ha anche ottenuto il riconoscimento De.Co. la denominazione comunale di prodotto che null’altro riconoscimento lo lega di più a quella specifica fetta di territorio.

Parte da questa inchiesta il sommario dei servizi che il prossimo numero della rivista di green economy, eco.bergamo, porta in edicola, domenica prossima, 15 novembre, in allegato gratuitamente con il quotidiano L’Eco di Bergamo.

Agricoltura, come cambiano o, meglio, come si sono recuperate e rigenerate coltivazioni che sembravano trascurate, abbandonate o addirittura perse.

L’inchiesta dimostra, invece, come Expo abbia avuto questo merito, di rispolverarle. Vale anche per le tante varietà di mais e grano finite quasi dimenticate o addirittura perse. Il cuore di questo impegno è l’istituto di Maiscoltura di Stezzano, il Cra.Mac, al lavoro per recuperare il germoplasma di antiche varietà di mais locali quasi disperse, lo Spinato di Gandino – grande protagonista proprio a Expo - oggi è decisamente il “testimonial” più famoso.

La legna, come e quando bruciarla
La legna, questa sconosciuta. Sembra un paradosso, ma effettivamente bruciare la legna “giusta”, tagliata al momento opportuno, asciutta e secca al punto giusto è quanto di più difficile e forse sconosciuto si possa pensare. A maggior ragione oggi, con norme e controlli che impongono regole non solo sia evitare o ridurre il più possibile le conseguenze ambientali – meno emissioni di polveri sottili, visto che proprio il fumo di stufe e camini è il maggior responsabile delle emissioni inquinanti nell’atmosfera -, ma è importante anche dal punto dell’efficienza energetica. E quindi del risparmio.

Ma abbinata alla scelta di una biomassa adeguata – oggi esistono anche pellet e cippato, combustibili legnosi altrettanto di valore per il loro alto potere calorifico – è altrettanto e forse ancor di più determinante la scelta della tecnologia adeguata, il sistema o l’impianto da installare. Nel numero della rivista “eco.bergamo”, in edicola domani gratuitamente con L’Eco di Bergamo, un intero inserto costruito e articolato come una preziosa guida di otto pagine, aiuta a valutare, capire, valutarne il costo, e scegliere in maniera corretta e adeguata. Perché un solo criterio deve fare da parametro nella scelta della stufa, caldaia, camino: il reale fabbisogno di calore rispetto all’abitazione o alla casa che si abita. Inutile acquistare impianti con una potenza di calore che non verrà mai sfruttata o che verrà dispersa, e che quindi costa di più senza averne mai un ritorno né economico né di comfort ambientale. La guida pubblicata nel nuovo numero di “eco.bergamo”, domani in edicola, spiega tutto questo, aiuta a compiere i passi giusti e a valutare il reale bisogno. In termini di impianto termico, di combustibile e di comfort per la vostra abitazione.

Lo spazio eco.innovazione e le startup

Ma nel nuovo numero della rivista eco.bergamo, in edicola domenica, torna l’appuntamento con lo spazio eco.innovazione, la rubrica dedicata alle nuove aziende innovative, alle startup del territorio e ai servizi offerti a chi voglia far crescere una nuova impresa. Almeno due i focus di questa edizione. Il primo: un esperto, consulente di BergamoSviluppo, spiega come scrivere correttamente un business plan in modo da convincere una banca a finanziare il progetto presentato. Secondo: la storia di una impresa che ce l’ha fatta. E’ la storia della startup Majitekno, azienda specializzata nella gestione tecnologica dell’acqua: anche l’acqua della doccia, può essere recuperata, ripulita e riutilizzata. Ascolta qua sotto la storia nella video-intervista al suo fondatore Attilio Conca.

Mangiare carne fa male?

L’ultima ricerca e verdetto dell’Oms ha sparso sfiducia nel consumo di carne rossa. Fa male? Quando fa male e in quale quantità deve essere consumata per creare un danno alla salute? A queste e a moltissime altre domande risponde un servizio completo pubblicato sul nuovo numero di eco.bergamo, in edicola domenica 15, gratuitamente con L’Eco di Bergamo, e lo fa andando fino in fondo alla “sentenza” dell’Oms, dando consigli utili e dal carattere scientifico per ridurre l’allarmismo, a volte effettivamente al di sopra anche della reale o effettiva pericolosità per la salute.

Rifiuti, quanto Bergamo è brava
Non è solo una questione di raccolta differenziata ormai a livelli fra i più alti in tutta Italia. Bergamo vanta anche il primato di aver creato sul territorio una sorta di distretto delle aziende di compost. La provincia vanta infatti il record di presenze più alte di compostatori, facendola diventare punto di riferimento anche di un vero e proprio business del riutilizzo del rifiuto umido.

Autunno, colori di castagno

Il paesaggio modellato dall’uomo, ma prima ancor dalla natura. Autunno, tempo di castagne, e un viaggio nei boschi del territorio aiuta a capire quanto i colori di questa pianta e di questo frutto, denominato il pane dei poveri, abbia effettivamente colorato le colline di tutta la Bergamasca.

Mobilità dolce
Muoversi in bicicletta. Anche con quelle elettriche aiuta l’ambiente e aiuta il traffico. Anche se, a volte queste biciclette dotate di un piccolo motorino che si ricarica pedalando, andrebbero meglio identificate. Ecco la proposta che farà discutere: mettiamo la targa anche a queste “biciclette”.

L'enciclica di Francesco
Continua la nostra lettura del documento papale Laudato Si’, l’enciclica con cui Papa Francesco ha richiamato il mondo intero a conservare e a tutelare ciò che Dio ha creato e ci ha donato, la Terra. A commentare, questa volta il secondo capitolo dell’enciclica, un bergamasco doc, Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente, il quale da laico spiega la forza di questo documento: “E’ giusto che anche la fede affronti il tema e la salvaguardia dell’ambiente”.

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