I bambini filosofi di Bergamo
costruiscono l’Utopia di Platone

Martedì 28 marzo alla Villa dei Tasso, a Bergamo, verrà presentato il libro di Luca Mori che raccoglie le riflessioni, le analisi , le paure e le speranze degli alunni guardando alla nostra società e alle relazioni con i genitori e gli adulti

«Ci spaventano smog e fumo, ci spaventano le troppe fabbriche». «Qualsiasi cosa scegliamo di fare comunque alla fine distruggiamo l’ambiente». «Piuttosto, basta con i cellulari, e anche con i videogiochi: stiamo diventando anti-sociali. Voglio dire che tra di noi non parliamo più». Il paesaggio? «Dipende dal quartiere. Ce ne sono vecchi e abbandonati, con le case che vanno a pezzi». E poi se arriva qualcuno? «Bisogna prima parlare con loro e poi accoglierli». «No, prima bisogna essere sicuri che non siano pericolosi». E gli adulti: «Facciamo fatica a parlare con loro, non ci ascoltano mai». Sono le parole di Gianluca, Marco, Matteo, Margherita, Anna, Beatrice... Tutti bambini di Bergamo. Tutti piccoli filosofi che hanno costruito la loro isola dell’ Utopia.

La profondità delle riflessioni

Così, per capire come vivere felici e in una società più giusta, basterebbe solo abbassare lo sguardo. Si incrocerebbero persone alte non più di un metro o poco sopra. Bambini di otto, dieci anni. E con loro si incontrerebbero anche i loro pensieri.
Le riflessioni dei bambini di Bergamo, un centinaio di alunni delle primarie dell’Istituto comprensivo I.C. Camozzi, e delle scuole di Verdellino e di Zingonia, grazie anche al lavoro delle insegnanti, sono state sollecitate da Luca Mori, docente e ricercatore di Filosofia e di Storia della politica all’università di Pisa, durante mattinate intere e intense, quattro ore di confronto serrato. Ora sono raccolte in un libro - insieme ad altre 500 riflessioni raccolte in un viaggio di 10mila km fra le scuole d’Italia (www.giocodelleutopie.it) e che per la prima volta verrà presentato pubblicamente proprio qui a Bergamo, martedì 28 aprile alla Villa dei Tasso (ore 17,30). Il libro,“Utopie di bambini. Il mondo rifatto dall’infanzia” (Edizioni Ets), è il frutto di un esperimento mentale, il voler costruire la città utopica di Platone, quell’idea di polis che il filosofo greco attribuiva come capacità solo ai bambini fino a dieci anni perché ancora non contaminati da abitudini e pensieri lontani da quelli richiesti per fondare una città “daccapo”.

Le richieste dei bambini, spesso inascoltate

Ci sono libri che svelano nuovi fenomeni. Questo libro rivela un’importante realtà: bambini che vogliono poter parlare, raccontare quello che vedono e che per loro è sbagliato. Casa, scuola, spazi di giochi ci sono, le relazioni esistono, ma «noi ci sentiamo “accanto” agli altri in quei momenti, quasi mai ci sentiamo “insieme”con loro» ha sentenziato la piccola Francesca. Ecco perché sulla loro isola dell’utopia dicono che non porteranno «telefonini e giochi elettronici: mio fratello grande non mi parla più». Ci sono molti richiami al senso di responsabilità di tutti. Tornano emergenze ricorrenti come l’ambiente (quasi sempre non rispettato), l’inquinamento dell’aria (è eccessivo), il traffico (insopportabile), gli spazi verdi e di gioco (sempre insufficienti o non vivibili). Ma anche le relazioni di comunità e le regole, le leggi che disciplinano i rapporti, la Giustizia, fino al tema attuale e vissuto da vicino da tutti dei rapporti con lo straniero.

Ecco perché, il libro di Mori assomiglia molto alla realizzazione di un progetto politico, a un programma di governo. Ribaltando quella sensazione di vivere un’epoca orfana di un’utopia, incapace di un progetto utopico, e dove non esiste una classe dirigente capace di visione e di futuro. Con una indicazione in più: alimentare, sostenere, nutrire in famiglia, a scuola, nei media questa speranza utopica senza aver paura di praticare una contagiosa pedagogia del bene.

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