Il cibo, impariamo a rispettarlo

Il cibo, l’accesso al diritto più elementare e alla più storica delle aspirazioni dell’uomo, quella di poter sfamarsi. Ma anche lo spreco intorno all’alimentazione, alle cattive abitudini alimentari e alle misure per ridurre i cattivi comportamenti una volta seduti a tavola.

E’ il cibo, sull’onda dell’attenzione posta da Expo 2015, esplorato in tutte queste declinazioni il grande tema al centro del nuovo numero di eco.bergamo. Il magazine di green economy, con un attenzione ai temi della sostenibilità e in edicola gratuitamente domenica prossima, 17 aprile, con il quotidiano L’Eco di Bergamo, affronta questo tema sotto almeno tre punti di vista. Il primo, con una prospettiva di emergenza: il troppo spreco nelle scuole. Quintali di alimenti fra pasta, carne, formaggio, pane, frutta finiscono ogni giorno nel bidone della spazzatura. Un problema che questa volta affrontiamo cercando di capire con l’aiuto di una psicologa bergamasca, Laura Cometti, che cosa c’è dietro al comportamento di moltissimi bambini.

Le risposte sono tanto preoccupanti quanto il problema. Spesso tutto comincia nel primo anno di vita, e prosegue in famiglia, dove brilla l’assenza di una adeguata educazione alimentare. “E’ il dominio delle merendina” sintetizza efficacemente la psicologa.

Ma il cibo ha anche una grande aspirazione: diventare un diritto reale, riconosciuto a tutti. Potersi sfamare, poter mangiare in qualsiasi parte del mondo si viva, deve essere una possibilità garantita. A livello di precetto costituzionale. Il percorso verso questo obiettivo è tracciato dalla Carta di Milano, un documento che sarà sottoposto per i sei mesi dell’Expo e che punta alla raccolta del maggior numero di firme possibile. Il 26 ottobre La Carta e le firme verranno consegnate nelle mani del segretario Onu, Ban Ki-moon.

Ma il cibo può essere declinato anche attraverso misure concrete che si prendono per limitare o ridurre quanto viene sprecato. Comportamenti, regole. Ma soprattutto atteggiamenti, senso morale e un rispetto per quanto viene prodotto. Così nascono pratiche che aiutano a capire l’importanza del cibo. Dalla casa al ristornate. Anche a Bergamo, per esempi, si sta diffondendo sempre più la buona azione della baggy dog, quella scatoletta che consente di portare a casa quanto rimane nel piatto dopo una cena o un pranzo troppo abbondanti. Basta chiederla. E quegli avanzi possono diventare il pasto del giorno dopo, evitando sprechi e nuovi rifiuti.

Tre aspetti di una stessa storia che eco.bergamo, in edicola con L’Eco di Bergamo domenica 17 aprile, racconta in dettaglio grazie a protagonisti e operatori del territorio. Punti di riferimento, ma esempi da seguire. Con la testimonianza ci spieghiamo come hanno fatto.

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