La moto come le biciclette
Corsie preferenziali in città

Gli psicologi sostengono che la motocicletta è il mezzo migliore per muoversi nel traffico cittadino per chi soffre di ansia. Non l’auto, che ingorghi, traffico, sensazione di restrizione quando si è in coda al volante spesso aiuta a generare disagi psicologici per via della sensazione di una mancanza di via di fuga.

Gli psicologi sostengono che la motocicletta è il mezzo migliore per muoversi nel traffico cittadino per chi soffre di ansia. Non l’auto, che ingorghi, traffico, sensazione di restrizione quando si è in coda al volante spesso aiuta a generare disagi psicologici per via della sensazione di una mancanza di via di fuga.

Meglio quindi la motocicletta che ora, dopo la bicicletta, finisce sotto la nostra lente di ingrandimento per capirne pregi, difetti, rischi.

Per una prima analisi occorre considerare che le strade che percorriamo tutti i giorni sono state progettate per le automobili e che dunque le motociclette sfruttano le “corsie” laterali che si creano a fianco dei veicoli a quattro ruote.

L’azzardo della gimkana

Questo genera sicuramente una sensazione di libertà e di trasgressione nei motociclisti che vedono in quei minimi passaggi anche un modo per accorciare il tempo del tragitto. Sicuramente infatti anche una maggior sensibilizzazione all’uso della motocicletta renderebbe molto più leggero il traffico cittadino. In comune con la bicicletta poi c’è il fatto di essere a stretto contatto con l’aria che si fa intensa più la velocità aumenta, altro fattore che rende questo mezzo motorizzato più piacevole.

I rischi sotto il casco
Eppure proprio questi stessi fattori che rendono la motocicletta così apprezzata possono essere letti in chiave anche più negativa, in quanto possono rappresentare dei seri rischi per i motociclisti e per gli altri utenti della strada. Ad esempio il fatto che le strade siano state costruite per le automobili comporta che i pali di sostegno dei cartelli stradali e delle barriere non tengano in considerazione la sicurezza dei mezzi su due ruote, diventando di fatto causa di lesioni e quando non di decessi per chi viaggia in moto, pur essendo stati posti in opera proprio per garantire maggior sicurezza degli utenti della strada.

Allo stesso modo la velocità e l’opportunità di infilarsi ovunque possono diventare armi a doppio taglio. Forse si potrebbe pensare di creare delle corsie o delle strade apposta per le motociclette, così come accade per le biciclette: ma ne varrebbe la pena? Proviamo ad approfondire, nelle prossime puntate, questo tema parlando di motocicletta, con attenzione ai rischi che si corrono in strada e a come guidare riducendoli il più possibile. Un argomento sicuramente caro ai bergamaschi, motociclisti nel sangue, visto che già nel 1879, l’ingegnere bergamasco Giuseppe Murnigotti depositò il primo progetto di motocicletta con motore a combustione interna all’ufficio brevetti di Roma e inventò una motocicletta biposto mossa da un propulsore a combustione gassosa.

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