Ultima chiamata, taglio dei gas serra per stare entro +1,5°

Riscaldamento globale. I cambiamenti climatici sono inequivocabili e sono causati dall’uomo, in particolare dall’uso intensivo dei combustibili fossili. I governi devono agire in modo molto più drastico, arrivando ad eliminare le fonti energetiche fossili, riducendo le emissioni in ogni settore, correndo con le rinnovabili. Per salvare l’obiettivo di restare entro +1,5°C di aumento della temperatura media globale, dovremo tagliare le emissioni del 48% entro il 2030, rispetto al 2019, dell’80% entro il 2040 e del 99% per il 2050. C’è speranza, perché le rinnovabili costano sempre di meno e la spinta collettiva ad agire è sempre più forte. Tutte le opzioni per tagliare le emissioni devono essere attuate al massimo della capacità.

I cambiamenti climatici sono inequivocabili e sono causati dall’uomo, in particolare dall’uso intensivo dei combustibili fossili. I governi devono agire in modo molto più drastico, arrivando ad eliminare le fonti energetiche fossili, riducendo le emissioni in ogni settore, correndo con le rinnovabili. Per salvare l’obiettivo di restare entro +1,5°C di aumento della temperatura media globale, dovremo tagliare le emissioni del 48% entro il 2030, rispetto al 2019, dell’80% entro il 2040 e del 99% per il 2050. C’è speranza, perché le rinnovabili costano sempre di meno e la spinta collettiva ad agire è sempre più forte. Tutte le opzioni per tagliare le emissioni devono essere attuate al massimo della capacità.

La fotografia della conoscenza

Queste righe riassumono le 37 pagine della quarta e ultima parte dell’ultimo rapporto, il Gruppo intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici. Le prime tre parti sono state pubblicate a partire da agosto 2021 ed erano le più lunghe e scientifiche: la fotografia della conoscenza e del consenso degli esperti su cause, effetti, possibili soluzioni. L’ultima parte è il documento destinato specificamente ai decisori politici: prima della pubblicazione del 20 marzo scorso, i delegati di oltre 190 Paesi ne hanno discusso a Interlaken, in Svizzera. Nonostante gli interventi di Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita e Norvegia per ammorbidire alcuni passaggi e riferimenti più espliciti, il senso è chiaro: non c’è più tempo da perdere. Le opzioni per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo – affermano gli scienziati – sono molteplici, fattibili, efficaci e sono disponibili ora.

Il rapporto dell’Onu sui cambiamenti climatici destinato ai decisori politici sollecita urgenti azioni ambiziose

«L’integrazione di un’azione climatica efficace ed equa non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e le persone, ma fornirà anche benefici più ampi», ha dichiarato il presidente dell’Ipcc, l’economista sudcoreano Hoesung Lee. «Questo Rapporto di sintesi sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti». Lucia Perugini dal 2003 partecipa ai negoziati sul clima, fornendo supporto scientifico alla delegazione del governo italiano: «I messaggi sono riassumibili in tre parole: gravità, urgenza e speranza. Ora siamo sulla strada che porta a un aumento della temperatura media globale che può raggiungere i +3,5°C, una minaccia per l’umanità. La scienza è chiara: dobbiamo sfruttare tutte le opzioni a disposizione e dobbiamo farlo ora. Serve un aumento degli investimenti da tre a sei volte: i benefici sono maggiori dei costi legati ad azioni ritardate».

Agire subito per garantire un futuro vivibile: solo così c’è speranza. Altrimenti più fenomeni come lunghe siccità

Il ritmo e la portata di quanto è stato realizzato finora e i piani attuali sono insufficienti per affrontare il cambiamento climatico. Più di un secolo di sfruttamento dei combustibili fossili e di un uso iniquo e non sostenibile dell’energia e del suolo hanno portato a un riscaldamento globale di +1,1°C rispetto ai livelli preindustriali. Da questa situazione sono scaturiti eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi, che hanno causato impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone in ogni regione del mondo. Ogni aumento del riscaldamento comporta un rapido incremento di questi fenomeni. Ondate di calore più intense, precipitazioni più violente e altri fenomeni meteorologici estremi aumentano ulteriormente i rischi per la salute e gli ecosistemi. In ogni regione, le persone muoiono a causa di estremi di calore. L’insicurezza alimentare e idrica sono destinate ad aumentare con l’aumento del riscaldamento.

La siccità nel Nord Italia

«Anche il lungo periodo di siccità iniziato nel Nord Italia nel dicembre 2021 è un risultato del riscaldamento globale di origine antropica, dovuto all’accumulo in atmosfera di gas a effetto serra», conferma Emilio Padoa-Schioppa, professore di Ecologia del paesaggio e Biologia presso l’Università di Milano-Bicocca. «Il nostro Paese è soggetto, e lo sarà sempre più, a periodi prolungati di siccità, che sulle Alpi e nella Pianura Padana stanno creando una situazione completamente nuova». Senza taglio dei gas serra i ghiacciai della Lombardia scompariranno; l’Adamello anche nello scenario migliore di rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dall’Accordo di Parigi.

La natura e i più poveri

«Il Rapporto di sintesi – avverte Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr – contiene due messaggi principali. Il primo è l’urgenza di agire, perché purtroppo il clima ha un’inerzia: di dieci molecole di anidride carbonica immesse nell’atmosfera, tre o quattro restano dopo cent’anni, una anche dopo mille. Occorre diminuire e poi fermare questo accumulo, perché i primi risultati si vedranno dopo decenni. Il secondo messaggio è che per agire abbiamo tutti i mezzi. Le tecnologie ci sono, anche i costi delle rinnovabili si sono estremamente ridotti, quello dei pannelli fotovoltaici di venti volte in vent’anni».

Qualcuno va con lo yacht e qualcun altro con i barconi. Ma non si può più pensare che qualcuno vinca e qualcuno perda

«Inoltre – continua Antonello Pasini – bisogna convincersi che su questo pianeta siamo tutti sulla stessa barca. È vero che qualcuno va con lo yacht e qualcun altro con i barconi. Ma non si può più pensare che qualcuno vinca e qualcuno perda. Nel breve e medio periodo la società occidentale potrebbe anche rinchiudersi nella propria torre d’avorio; ma, in un sistema globalizzato, oltre all’emigrazione, qualsiasi fenomeno ci ritorna addosso, anche la povertà degli altri. Bisogna seguire l’insegnamento di Papa Francesco: l’equilibrio della natura è l’equilibrio dell’uomo, i gemiti della natura sono i gemiti dei più poveri».

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