Una tartufaia per tutti
Darà frutto tra 4 anni

Il tartufo nero cresce spontaneamente sulle nostre colline e nelle nostre valli. Presto, però, lo potremo trovare anche nella Bassa, a Spirano, dove due anni fa si è realizzata la prima tartufaia pubblica della Bergamasca e dove, per il quinto anno consecutivo, si «rende giustizia» al tartufo nero orobico.

Sul territorio orobico, scientificamente parlando, se ne identificano di quattro tipi: il Tuber Aestivum, il Melanosporum, il Brumale e il Mesentericum. Volgarmente, in tutti i casi, si tratta di tartufo nero. Cresce spontaneamente sulle nostre colline e nelle nostre valli.

Presto, però, lo potremo trovare anche nella Bassa, a Spirano, dove due anni fa si è realizzata la prima tartufaia pubblica della Bergamasca e dove, per il quinto anno consecutivo, si «rende giustizia» al tartufo nero orobico con la sagra in programma domenica 14 settembre nell’area feste di fronte al parco di San Rocco, organizzata dall’«Associazione tartufai bergamaschi» e dal Gruppo alpini con la collaborazione del Comune e il patrocinio di Regione e Provincia.

Nell’occasione si potrà pranzare e cenare con piatti a base di tartufo, fare scorta di prodotti tipici locali e passare a «L’Eco Café», la redazione mobile de L’Eco di Bergamo dove poter discutere del paese sorseggiando un buon caffè Mogi, conoscere gli sconti Kauppa, i libri della Libreria Buona Stampa e i progetti Kendoo e «Storylab», con l’invito a condividere con lo staff le foto storiche di Spirano. Inoltre, chi si abbonerà a L’Eco, al prezzo speciale di 50 euro, riceverà buoni spesa di pari valore da spendere agli Iper di Brembate, Orio e Seriate.

La tartufaia spiranese sorge su un territorio di 10.000 metri quadrati in via Monsignor Vismara e si caratterizza per un bosco e un fontanile. La sua realizzazione, come specifica il sindaco di Spirano Giovanni Malanchini, «scaturisce dal triplice intento di bonificare un’area degradata, di creare un’oasi adibita alla valorizzazione di un prodotto tipico e dar vita a un progetto alimentare in vista di Expo 2015».

Per la tartuficoltura, costata quasi 79.000 euro, il Comune ha ottenuto un contributo a fondo perduto di 60.000 euro dalla Regione e un finanziamento di 5.000 euro dalla Provincia: si sono rimossi i materiali di scarico presenti, estirpate le erbacce, creati dei percorsi pedonali e, per l’appunto, messi a dimora 120 fra carpini, noccioli e farnie micorizzati, che tra quattro anni daranno i loro primi frutti ipogei. «La tartufaia sta dando segnali di crescita veloce e rigogliosa, probabilmente anche grazie al micelio, la cui presenza è confermata da test che eseguiamo per non avere sorprese più avanti», spiega l’agronomo Saulo Lanzeni che se ne occupa.

Un tartufo in media pesa dai 5 ai 40 grammi, ma a volte capitano straordinarie eccezioni: «Il mese scorso in Val Brembana un membro del gruppo ha rinvenuto un Aestivum di ben 380 grammi del valore di 100 euro, mentre io, cinque anni fa, un esemplare di 480 grammi al Parco dei Colli» conclude Ciocchetti. Ora non resta che assaggiarli alla sagra, sui social con l’hashtag #TartufoSpirà2014

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