Bergamo si conferma primo distretto industriale d’Italia

Bergamo, con il tessile e la meccanica, si conferma il distretto più importante tra i 69 distretti italiani che a fine 2000 hanno fatto registrare un valore aggiunto industriale superiore ai 500 milioni di euro. Secondo la classifica della Fondazione Edison sulla base dei recenti dati Istat sull’andamento del valore aggiunto totale e per macrosettori (agricoltura, industria, servizi) dei 784 Sistemi Locali del Lavoro (Sll) in cui è suddiviso il Paese, il valore aggiunto industriale del distretto bergamasco è l’unico che supera i 5 miliardi di euro (5.075,7 milioni, per l’esattezza nel 2000, con un tasso di crescita del 14,4% rispetto ai 4.436,4 del 1996). Ben distanziata al secondo posto si conferma Desio (4.118,9 milioni, con crescita appena del 0,3%), mentre Brescia (3.722,4 milioni, con un tasso di crescita del 16,3%) e Padova scavalcano Como, che scende in quinta posizione. Treviglio sale dal 19° al 17° posto, con 1.705,6 milioni e un tasso 1996-2000 del 12,8%.

Lo studio della Fondazione Edison conclude con l’auspicio che vengano adottate misure a tutela dell’industria italiana, pur senza il ricorso a forme protezionistiche. Secondo la fondazione, infatti, il tema dei distretti è soprattutto interessante alla luce di una concorrenza cinese «asimmetrica» (basata su fattori interni come il costo del lavoro, le protezioni sociali) oppure chiaramente illecita, come nel caso della contraffazione dei prodotti del «made in Italy».

La Fondazione Edison ha analizzato in particolare solo i 199 Sll che l’Istat considera Distretti industriali di Piccole e Medie Imprese (i cosiddetti Sll-Distretti), escludendo quelli con prevalenza di imprese medio grandi (come Agordo nell’occhialeria). Nel 2000 questi 199 Sll-Distretti hanno generato un valore aggiunto industriale di circa 114 miliardi di euro, pari al 38% del valore aggiunto dell’intera industria nazionale, e un’occupazione distrettuale nell’industria pari a circa 2 milioni e 700 mila addetti (il 40% di quella dell’industria italiana nel suo complesso).

In una graduatoria stilata sulla base del valore aggiunto industriale pro capite, nel 2000 è risultato leader assoluto Sassuolo, con 20.390 euro per abitante, davanti ad Arzignano (leader nella concia delle pelli), con 18.364 euro, mentre Bergamo è al 22° posto con 10.295 euro. Considerando invece i tassi di crescita del valore aggiunto industriale, tra i distretti di maggiori dimensioni (con un valore aggiunto industriale nel 2000 superiore al miliardo di euro), spicca Borgomanero (+28,4%), mentre tra i Distretti con valore aggiunto industriale compreso tra 500 milioni di euro e 999 milioni di euro (nel 2000), la più forte crescita nel quadriennio è stata messa a segno da Correggio (+45,8%).

Da notare anche che Bergamo, nonostante le dimensioni del distretto, conserva un tasso di crescita percentuale del valore aggiunto tra i maggiori in Italia (inferiore, tra i grandi, con almeno 2 miliardi di valore aggiunto, solo al più 20,2% di Padova e al dato superiore al 16% di Brescia, Reggio Emilia, Sassuolo, Vicenza e Treviso) e il maggiore incremento in termini assoluti del valore aggiunto.

(03/12/2003)

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