Nuovi criteri contabili «all’americana»

Cambia la contabilità dal primo gennaio per sette aziende bergamasche (Bpu, Creberg, Gewiss, Brembo, Italcementi, Linificio e Ngp). Sono infatti entrate in vigore per ora per le sole 8.000 società europee quotate in Borsa le nuove norme contabili ispirate al sistema americano. Entro il 2007 toccherà poi anche alle società non quotate che fanno appello al risparmio pubblico attraverso l’emissione di obbligazioni, a partire dalle banche. Il via per le quotate avviene sulla base dell’adozione della norma contabile internazionale («International accounting standard») «Ias 39» sulle operazioni di copertura e contabilizzazione delle passività lasciando in sospeso le due parti scottanti su cui era stata ingaggiata una lunga battaglia tra gli Stati europei: l’adozione del «fair value», cioè la possibilità di contabilizzare alcune passività a valore di mercato e non a valore storico; e la copertura dei depositi a vista («hedging of core deposit»). Le norme contabili standard sono state elaborate dall’International accounting standards board (Iasb), organismo indipendente, su richiesta di Bruxelles con l’obiettivo di armonizzare la lettura dei conti consolidati.

Una operazione necessaria dal momento che una società poteva presentare dei risultati molto diversi a seconda dello schema contabile utilizzato. Secondo un recente studio effettuato dall’istituto internazionale di audit Mazars, il 73% delle imprese europee quotate ritengono che «le nuove norme renderanno più leggibili i conti societari e il 79% ritiene che contribuiranno a rendere più affidabile l’informazione finanziaria». La decisione di accelerare la definizione di norme contabili standard è stata presa sulla spinta degli scandali finanziari (da Enron a Parmalat) per favorire una metodologia contabile in grado di valorizzare i prodotti derivati utilizzati per scopi di speculazione e copertura dei rischi. A questo proposito viene introdotta una rigida distinzione tra derivati utilizzati per copertura e derivati usati anche parzialmente per fini speculativi.

Per quanto riguarda la contabilizzazione delle operazioni di copertura sui depositi a vista, toccherà ai diversi stati decidere se applicarla interamente o meno. Nei paesi in cui non è richiesta questa applicazione, le imprese possono attuarla oppure no. Per quanto riguarda invece la «fair value option» gli stati e le imprese non avranno diritto di scelta se applicarla o no: si aspetta che lo Iasb ne concluda la revisione elaborando un nuovo emendamento allo Ias 39 che preveda una specie di «terza via» di copertura sul margine di interesse tenendo conto delle preoccupazioni espresse da Bce, Comitato di Basilea e dalle banche europee.

(04/01/2005)

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