Tenaris: «Va privilegiato
lo strumento della solidarietà»

Nuovo vertice sindacale, lunedì, per la gestione del piano di riorganizzazione annunciato da TenarisDalmine. Dopo che nei precedenti incontri l’azienda aveva illustrato alle rappresentanze dei lavoratori le iniziative che intendeva adottare per dar corso al piano di riorganizzazione necessario per affrontare il delicato momento di crisi congiunturale, è stata la volta dei sindacati che hanno riferito le loro prime osservazioni sulla strategia di riorganizzazione.

Il piano, lo ricordiamo, prevede tagli fino a un massimo, in un arco di tempo di almeno due anni, di 1.024 persone (836 delle quali occupate negli stabilimenti bergamaschi), più di un terzo dell’attuale organico di 2.800 persone, con possibile chiusura dello stabilimento di Piombino, forte ridimensionamento a Costa Volpino, graduale disimpegno delle attività Fapi (tubi piccoli) a Dalmine e una generale riorganizzazione che coinvolge tutta l’azienda. Il tutto accompagnato comunque da un piano industriale che TenarisDalmine prevede possa esprimersi in 114 milioni di euro di investimenti stanziati per il biennio 2010-2011.

Ebbene, il nodo centrale lunedì si è rivelato la differente visione riguardo alle politiche d’investimento e agli obiettivi futuri in termine di volumi produttivi su cui l’azienda attende di attestarsi. «Riteniamo necessario un irrobustimento dei piani di investimenti stabiliti dall’azienda - spiega Ferdinando Uliano, segretario provinciale della Fim-Cisl di Bergamo -. Riteniamo infatti che quantità e localizzazioni degli investimenti debbano essere ulteriormente incrementati perché, per esempio nel caso di Costa Volpino, secondo la nostra visione quelli attualmente previsti non sono in grado di garantire con certezza un futuro produttivo e occupazionale del sito industriale».

Proprio la situazione di Costa Volpino ha tenuto banco in particolare nella fase mattutina della giornata di confronto. «Le strategie presentate per lo stabilimento sebino non ci convincono - spiega Mirco Rota, segretario provinciale della Fiom-Cgil di Bergamo -. Ecco perché abbiamo ribadito la necessità di un impegno più evidente e strutturato per tutelare il futuro produttivo e occupazionale di quello stabilimento».

Per Rota, gli investimenti industriali su Costa Volpino «appaiono insufficienti»: «Leggiamo un indebolimento sia industriale che occupazionale. Ciò, ovviamente ci preoccupa e per questo chiediamo all’azienda un impegno e l’assunzione di responsabilità su questo stabilimento». «Un incontro che resta comunque interlocutorio» ha commentato Angelo Nozza, segretario provinciale della Uilm-Uil di Bergamo: «Abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni sulle varie situazioni delineatesi nei confronti precedenti, riservandoci comunque di entrare nello specifico di una trattativa puntuale già a partire dall’incontro in programma mercoledì (domani Ndr)».

In generale, come evidenziano Uliano, Rota e Nozza, il sindacato ha ribadito che nell’ambito del piano di gestione della riorganizzazione dovrà farsi un attento ragionamento sugli ammortizzatori sociali da utilizzare. «Occorrerà prendere in considerazione tutte le strategie operative possibili anche se, da parte nostra, lo strumento dei contratti di solidarietà resta quello da privilegiare».

Un tema, questo, fondamentale per la gestione della riorganizzazione perché come spiegano Rota e Uliano «non è possibile, oggi, tradurre con una formula matematica il calo atteso dei volumi in riduzione secca del personale. Occorrono strumenti di gestione più morbida della situazione, garantendo opportunità occupazionali in grado, laddove si rivelasse una ripresa più consistente, di agganciare il rilancio produttivo con maggiori opportunità».

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