Crapanzano: Tenaris
investe per restare in Italia

Pubblichiamo la risposta che l’amministratore delegato di TenarisDalmine, Vincenzo Crapanzano, ha dato a una richiesta di spiegazioni sugli investimenti programmati presentata dal senatore del Pdl, Valerio Carrara, che nei giorni scorsi ha incontrato i vertici del gruppo siderurgico per approfondire il piano industriale

Onorevole senatore Carrara, faccio seguito alla sua nota della scorsa settimana, relativa alla situazione aziendale di TenarisDalmine. Credo infatti importante colmare qualche carenza informativa che rischia di privarla degli strumenti necessari a comprendere appieno le motivazioni alla base del nostro piano industriale. Ripercorro la sua comunicazione, rispondendo ai passaggi che mi paiono più significativi: Investimenti: il piano Industriale di TenarisDalmine prevede 114 milioni di euro di investimenti. Messico a parte, si tratta del piano investimenti più rilevante previsto in Tenaris nei prossimi 2 anni. Quindi, per citare le sue parole, l’orientamento della società è chiaro: vogliamo rimanere in Italia, vogliamo «stare in campo». E non si tratta di «barattare» gli investimenti con i posti di lavoro: intendiamo realizzarli perché, insieme alla riorganizzazione, sono l’unica possibilità per dare futuro a questa azienda, ed ai posti di lavoro che sarà in grado di sostenere. Messico: gli investimenti rilevanti previsti da Tenaris in questo Paese (600 milioni di euro e non 3 miliardi) si spiegano per 2 ordini di motivi: il primo è il mercato. Il Messico è tra i pochi Paesi con ingenti giacimenti petroliferi il cui Governo, pur in presenza della crisi, non ha mutato i piani di trivellazione, che proseguono robusti. In aggiunta, in virtù di una legge federale che impone alla compagnia petrolifera locale, Pemex, di approvvigionarsi presso aziende locali, Tenaris deve fornirla con tubi prodotti da TenarisTamsa. Giova peraltro ricordare che una TenarisTamsa più forte di quella attuale risponde all’interesse non solo di se stessa, ma di tutta Tenaris: non va dimenticato che è proprio l’appartenenza a Tenaris che ha consentito a TenarisDalmine di beneficiare di risultati positivi, anche quando da sola non sarebbe stata in grado di conseguirli.

Un’ultima annotazione relativa al Messico, rispetto all’Expander che lei segnala di prossima costruzione in quel Paese: devo correggere l’informazione in suo possesso, perché non è previsto alcun Expander, un impianto presente esclusivamente in TenarisDalmine, e che sarà ulteriormente rafforzato dal piano di investimenti previsto. Utili/perdite: effettivamente il settore siderurgico si caratterizza per gli andamenti ciclici. Dopo anni difficili, gli ultimi tre sono stati anni favorevoli, ma il quadro, come cercherò di spiegarle più avanti, è radicalmente cambiato. Pur in presenza di questa ciclicità, è opportuno ricordare che, dalla sua acquisizione (da parte di Techint) ad oggi, sono stati investiti in TenarisDalmine 573 milioni di euro. Numeri che non avrebbero potuto essere raggiunti, se non ci fosse una costante politica di reinvestimento degli utili nella nostra gestione caratteristica. Noi sappiamo fare i tubi e vogliamo continuare a farli. Non prevediamo attività affini, complementari o alternative. Scenario di settore: il mondo dell’acciaio sta vivendo in soli 5 anni - quindi da ben prima della crisi, che ne ha solo accelerato le conseguenze - un cambio epocale.

L’ingresso della Cina ha cambiato strutturalmente lo scenario, se si considera che oggi la Cina da sola può soddisfare la domanda di tutto il mondo. Attualmente la capacità produttiva della Cina è pari a 28 milioni di tonnellate di tubi e - quel che più dobbiamo tenere in considerazione - essa continuerà a crescere anche nei prossimi anni, a fronte di una domanda che si è drasticamente ridotta. Nell’ultimo anno il settore siderurgico nei paesi Usa, Canada, Messico, Giappone ed Europa è crollato del 33%. Nello stesso periodo, inattaccabile persino dalla più pesante crisi economica mondiale dell’epoca moderna, quello cinese è cresciuto del 19%. È con questo scenario che dobbiamo fare i conti, e agire, con rapidità. É necessario indirizzare la rotta aziendale verso quelle tipologie di produzioni che siano sostenibili nel lungo periodo, ed abbandonare quelle per le quali il destino è segnato da tutti i parametri fondamentali (scarsa differenziazione ed eccessivi costi di trasformazione rispetto alla concorrenza emergente). In questo senso si inquadra il ridimensionamento delle produzioni di piccolo diametro di Dalmine e di Costa Volpino. É responsabilità e dovere dell’azienda, in Italia ma anche in tutti i Paesi ove è presente con le proprie attività, essere consapevole dei mutamenti in atto, interpretarli correttamente ed indirizzarli verso strategie industriali e produttive che assicurino la competitività nel lungo periodo. Sarebbe irresponsabile stare fermi, aspettare che qualcosa cambi, e trovarsi fra qualche anno dinanzi a una TenarisDalmine irreversibilmente compromessa. Il piano industriale che abbiamo presentato è frutto di uno studio approfondito, di analisi accurate e confronti internazionali. Prima di presentarlo abbiamo esaminato nel dettaglio le scelte ed i tempi ad esso correlati. Sin dall’inizio abbiamo avviato un confronto costruttivo con le parti sindacali, volendo con loro - come da nostra tradizione consolidata - ricercare le soluzioni più idonee a minimizzare i riflessi sulle persone, per individuare - usando nuovamente le sue parole - soluzioni compatibili e, in ultima analisi, per trovare un accordo. Al di là delle rappresentanze sindacali, poi, ci siamo resi disponibili per confronti trasparenti e costruttivi con tutte le parti istituzionali interessate. In questo senso si inquadra anche la presente nota, che intende dare riscontro anche alle singole richieste che emergono dalle istituzioni. Rimanendo a sua disposizione per qualsiasi ulteriore approfondimento che ritenesse opportuno, la prego di gradire i miei migliori saluti.

Vincenzo Crapanzano amministratore delegato TenarisDalmine

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