Maglificio, chiesto un chiarimento
sugli anticipi della Cassa integrazione

Sono due i grossi nodi da sciogliere secondo le lavoratrici e i loro rappresentanti sindacali, nella riorganizzazione del Maglificio Dalmine di Dalmine: la questione anticipi sui trattamenti di cassa integrazione straordinaria che potrebbe aprirsi dall’inizio dell’anno; la definizione del piano industriale di rilancio che sta alla base della riorganizzazione aziendale annunciata a fine settembre e che prevedeva inizialmente un taglio di 73 posti di lavoro sui 138 occupati in azienda.

A ribadirlo, come conferma Damiano Bettinaglio (Filtea-Cgil) che segue l’azienda con Sergio Licini (Femca-Cisl), è stata l’assemblea delle lavoratrici di ieri: «Abbiamo illustrato lo stato dell’arte della trattativa: restano aperti, e l’assemblea ha dato mandato per un chiarimento definitivo con l’azienda, i temi degli anticipi della cassa integrazione e del piano industriale. Sugli anticipi, preso atto dei ritardi che la cassa in essere dal giugno scorso e che scadrà a dicembre ha registrato, le lavoratrici contano per la prossima cassa in deroga che potrebbe aprirsi o sull’anticipo del Tfr da parte dell’azienda o sull’impegno per garantire nei confronti dell’Inps i versamenti anticipati.

Sul piano industriale, invece, si è evidenziato la necessità di chiarezza: c’è preoccupazione, infatti. Manca ad oggi l’illustrazione di piani di rilancio e, nel contempo, assistiamo a esternalizzazione di alcune attività che nel frattempo si sono presentate in azienda». Il sindacato, ora, si attiverà per chiedere a Confindustria Bergamo un nuovo incontro.

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