Brembo, calano utile e ricavi:
«Contenuti segnali di ripresa»

Nel terzo trimestre «si sono riscontrati i primi contenuti segnali di ripresa dopo il significativo calo della domanda nel primo semestre 2009». Così il gruppo Brembo, il cui utile netto nel periodo luglio-settembre ha frenato del 66,5% a 4,1 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2008; i ricavi scendono del 19,8% a 210,1 milioni.

Il Mol è sceso del 20% a 27,2 milioni con un'incidenza sui ricavi invariata al 13%. Nei nove mesi l'utile netto scende del 92,2% a 3,3 milioni su ricavi in calo del 26% a 614,3 milioni. Il Mol diminuisce del 34,2% a 75,5 milioni.

Nei primi 9 mesi Brembo - si legge in un comunicato - ha proseguito con le azioni di contenimento dei costi già avviate nell'ultima parte del 2008. Per la restante parte dell'anno l'azienda si attende un andamento analogo a quanto conosciuto nel trimestre in esame.

Brembo precisa che, quanto ai ricavi del terzo trimestre, a livello geografico si segnala in decisa controtendenza rispetto al resto del mondo la crescita nella regione asiatica (+39,8%) e in Brasile (+5,4%), aree che beneficiano della variazione di perimetro. Sembra anche arrestarsi la discesa nei Paesi dell'Area Nafta, che cala del 5,6% nel trimestre contro il 22,1% del primo semestre 2009.

In Europa migliorano, nel confronto con i primi sei mesi dell'anno, il mercato tedesco, che scende del 25,2% rispetto al -24,7% dei primi sei mesi, e quello del Regno Unito (-25,4% rispetto a -35,8%). Il mercato francese e quello italiano registrano flessioni in linea con i primi sei mesi dell'anno (rispettivamente -35% e -33,6%).

I costi per il personale, sempre nel terzo trimestre, erano pari a 47 milioni, con un'incidenza del 22,4% sui ricavi, in crescita dal 18,5% di un anno prima per effetto di costi straordinari legati a interventi di riorganizzazioni.

L'indebitamento netto a fine settembre è sceso a 286,4 milioni, in calo di 72,9 milioni dal 30 settembre 2008 e di 17 milioni dal 30 giugno scorso. Il miglioramento della posizione finanziaria netta, spiega Brembo, è dovuto alle azioni intraprese per la riduzione di rimanenze e crediti e al ridimensionamento della politica degli investimenti attuato per far fronte al calo della domanda.

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