Due aziende bergamasche
per le pari opportunità

Più un lavoratore è valorizzato all'interno di un'azienda, più un'azienda sarà competitiva sul mercato. Perché valorizzare i talenti e le specifiche competenze assicurando ai propri dipendenti pari opportunità senza alcun tipo di discriminazione, oltre ad essere un atto di equità contribuisce al successo dell'impresa.

La neonata «Carta per le Pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro» ha fatto suoi questi principi per promuovere la diffusione di una cultura aziendale che non lasci spazio a discriminazioni e pregiudizi, ma che anzi valorizzi l'individuo, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna. La Carta, presentata recentemente alla sede di Assolombarda a Milano, offre un quadro di riferimento per le imprese, basandosi su pochi impegni programmatici che hanno incontrato il consenso di aziende e istituzioni pubbliche.

A sottoscrivere il documento, promosso a livello nazionale sulla scia del successo di analoghe iniziative in Francia e Germania, per il momento sono state 33 imprese di diversa dimensione, dai grandi gruppi alle piccole e medie imprese. La «Carta per le pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro» si articola in dieci punti, che prevedono fra l'altro «il superamento degli stereotipi di genere attraverso adeguate politiche aziendali, formazione e sensibilizzazione», in modo che «le decisioni relative all'assunzione, alla formazione e al percorso di carriera vengano prese unicamente in base alle competenze, all'esperienza e al potenziale professionale delle persone».

Fra gli obiettivi del documento c'è anche la comunicazione, all'interno e all'esterno dell'azienda, dell'impegno per la promozione di una cultura aziendale basata sulle pari opportunità, informando i propri dipendenti su progetti messi a punto (come ad esempio creare un codice per prevenire le discriminazioni, che oltre a illustrare le norme di comportamento indichi come segnalare eventuali abusi), e sui risultati pratici conseguiti. E perché le buone pratiche promosse non vadano perdute è auspicabile un monitoraggio periodico che ogni singola azienda può mettere in pratica grazie a un questionario di auto-valutazione che permette di verificare anche la propria posizione rispetto alle altre imprese aderenti alla Carta.

Fra le aziende aderenti compaiono anche due bergamasche: Gam Edit di Curno e Vin Service di Zanica, oltre a multinazionali come Abb, Henkel e Gruppo Nestlé Italia, che hanno stabilimenti anche nella nostra provincia, rispettivamente a Bergamo e Dalmine, Zingonia e San Pellegrino. Le altre aziende che hanno sottoscritto la Carta come «prime firmatarie» sono: Accor Services Italia, Argon Sette, Banca Popolare di Milano, Bracco, Camst Soc.Coop., Cmb Carpi, Conad, Coop Adriatica, Cooperativa Ansaloni, Danone, Dual Sanitaly, Emil Banca Credito Cooperativo, Hera, Homina Pdc, Ibm Italia, In Cartel Group, Indesit Company, Indica, L'Oréal Italia, Marioboselli Group, Mediagroup Soc. Coop., Palm, Pirelli & C., Pirene, Poste Italiane, Saet, Sodexo Italia e Unipol Gruppo Finanziario. A queste si sono poi aggiunte altre aziende nei giorni successivi.

A sostenere la Carta sono stati i ministeri del Lavoro e delle Pari opportunità, mentre fanno parte del comitato promotore la Fondazione Sodalitas, l'Aidaf, l'Associazione italiana delle imprese familiari; l'Aidda, l'Associazione imprenditrici donne dirigenti d'azienda; Impronta etica, l'Ucid, l'Unione cristiana imprenditori dirigenti e l'Ufficio consigliere nazionale di parità.

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