Esuberi alla Rsa di via Gleno
La Cisl ai Comuni: aiutiamo 14 famiglie

La Fps Cisl di Bergamo ha raggiunto nel giugno del 2008 un accordo con la Fondazione Santa Maria ausiliatrice, che gestisce la casa di riposo di via Gleno, nel quale si prevedeva il congelamento del salario accessorio, il trasferimento di 22 lavoratori a una società in appalto e 15 possibili esuberi (oggi diventati 14) entro la fine del 2009, con il necessario e conseguente ricollocamento degli stessi in strutture pubbliche dei comuni della provincia di Bergamo. Il tutto per dare il contributo del sindacato (firmarono l’accordo anche Cgil e Rsu) al risanamento della struttura nella possibilità di garantire ai cittadini un servizio di qualità.

Oggi, Giuseppe Di Mezza, con una lettera aperta a tutti i Comuni della provincia, oltre che alle “personalità” di Regione, Provincia e Comune di Bergamo, che avevano partecipato a vari titoli all’accordo, e a tutti gli enti pubblici del territorio bergamasco, sottolinea della necessità di accelerare sul progetto.

“Adesso pensiamo che sia giunto il momento – scrive Di Mezza - di passare dalle proposte ai fatti e, pertanto, chiediamo di aiutarci a creare le giuste prospettive a 14 famiglie che rischiano di andare ad aggiungersi alle altre già martoriate dalla grave crisi in atto”.

Nell’accordo, infatti si parlava di “un’adeguata ricollocazione nel sistema produttivo del territorio per il personale in esubero”. “Oggi 1 dicembre 2009 siamo ormai prossimi alla scadenza dell’accordo – prosegue la lettera-. Riteniamo fondamentale che si debba seguire la logica di una obiettiva ripartizione delle responsabilità, dei sacrifici e dei meriti e con il consueto senso di responsabilità che caratterizza la nostra azione chiediamo a tutte le pubbliche amministrazione della Provincia di Bergamo di aiutarci a trovare le soluzioni per questi 14 lavoratori. Con la nuova RSU e le altre organizzazioni sindacali del comparto abbiamo già incontrato alla presenza del Prefetto di Bergamo i rappresentanti del Comune e della Provincia di Bergamo avendo dagli stessi una ampia disponibilità di un loro interessamento. Chiediamo ai rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni di assumere questi lavoratori (assunti come dipendenti pubblici) secondo l’istituto del comando, una forma di mobilità che trova d’accordo tutte le forze sindacali e permette, quindi, di evitare nefaste possibili contrapposizioni. Pensiamo che di spazi occupazionali nel pubblico impiego ce ne siano, vista la ben nota carenza di dipendenti pubblici nella provincia bergamasca. Facciamo appello a tutti Voi – conclude di Mezza - di aiutarci a riprendere tutti insieme il cammino virtuoso che permetta di dare il giusto riscontro sia alla nuova risanata situazione economica sia al senso responsabilità ed ai sacrifici dei lavoratori e permetta di ingenerare un clima caratterizzato dalla solidarietà che evita la paura del futuro e l’isolamento delle persone ed il rispetto della loro dignità”.

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