Economia / Hinterland
Mercoledì 06 Gennaio 2010
Tenaris, interviene lo Slai cobas
«Quell'accordo va respinto»
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Ma i 741 sono solo quelli ufficiali, l'accordo punta con qualche soldo di incentivo a liberarsi di tanti altri operai, sia in Cigs che di aree non interessate agli esuberi. Il mantenimento dello stabilimento di Piombino è subordinato al "ricatto": le istituzioni si accollino il risanamento del disastro ambientale provocato dalla stessa azienda e i costi delle infrastrutture. Legati ai "nuovi progetti organizzativi" verranno avviati corsi di formazione, che ricordano in parte quelli famigerati fatti alla Fiat di Pomigliano, da "intruppamento ideologico" degli operai e per individuare i "buoni" e i "cattivi".
I lavoratori in Cigs potranno essere inseriti nei progetti formativi in cui è prevista anche attività produttiva, questo vuol dire che lavoreranno gratis per l'azienda a parte una piccola retribuzione che copre la differenza tra il trattamento Cigs e la normale retribuzione. Vengono messi in cassa integrazione straordinaria da febbraio 2010 un numero medio mensile di 1062 lavoratori, fino ad un massimo di 2727; la maggior parte non usufruirà neanche della rotazione, in quanto l'accordo punta a mettere in Cigs operai di cui si vuole liberare.
La Cigs durerà 2 anni ma è già previsto un allungamento a 3 anni. E non finisce qui. L'accordo prevede dopo la Cigs anche il ricorso ai Contratti di solidarietà; prevede la trasformazione di rapporti full time a part time, mobilità dei lavoratori tra i siti produttivi, il demansionamento, ecc. Un accordo quindi che riduce per anni il salario di migliaia di operai. Mentre l'azienda salvaguarda e si attrezza per aumentare i suoi profitti. Un accordo scritto dalla azienda e firmato dalle Rsu dei vari siti e da Fim, Fiom, Uilm. Un accordo che fa passare licenziamenti, anni di Cigs e riduzione a lungo termine o definitiva dei salari, in una delle aziende che meno ha subito la crisi, che anche nel 2008 ha chiuso in attivo e che, sfruttando la crisi, e scaricandola sui lavoratori, punta ad aprirsi e conquistare nuovi mercati, a riorganizzare l'attività all'insegna dell'aumento di produttività, flessibilità, per spremere dagli operai pluslavoro. Un accordo che va respinto!»
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