Tenaris, interviene lo Slai cobas
«Quell'accordo va respinto»

Il Coordinamento nazionale Slai cobas è contro l'accordo firmato alla Tenaris Dalmine. In un comunicato ribadisce le motivazioni della protesta: «L'accordo, firmato il 29 dicembre '09 - scrive lo Slai cobas - prevede un taglio dell'occupazione di 741 lavoratori (576 operai e 165 impiegati). La riduzione dai 1024 iniziali è solo a fronte di un "generale recupero di efficienza e produttività", che tradotto vorrà dire aumento dello sfruttamento degli operai, e di un'organizzazione del lavoro più flessibile, che, al di là delle frasi criptate utilizzate nell'accordo, significherà aumento di orari, turni, tempi di lavoro piegati all'esigenza delle richieste di mercato e del risparmio dei costi per l'azienda.

Ma i 741 sono solo quelli ufficiali, l'accordo punta con qualche soldo di incentivo a liberarsi di tanti altri operai, sia in Cigs che di aree non interessate agli esuberi. Il mantenimento dello stabilimento di Piombino è subordinato al "ricatto": le istituzioni si accollino il risanamento del disastro ambientale provocato dalla stessa azienda e i costi delle infrastrutture. Legati ai "nuovi progetti organizzativi" verranno avviati corsi di formazione, che ricordano in parte quelli famigerati fatti alla Fiat di Pomigliano, da "intruppamento ideologico" degli operai e per individuare i "buoni" e i "cattivi".

I lavoratori in Cigs potranno essere inseriti nei progetti formativi in cui è prevista anche attività produttiva, questo vuol dire che lavoreranno gratis per l'azienda a parte una piccola retribuzione che copre la differenza tra il trattamento Cigs e la normale retribuzione. Vengono messi in cassa integrazione straordinaria da febbraio 2010 un numero medio mensile di 1062 lavoratori, fino ad un massimo di 2727; la maggior parte non usufruirà neanche della rotazione, in quanto l'accordo punta a mettere in Cigs operai di cui si vuole liberare.

La Cigs durerà 2 anni ma è già previsto un allungamento a 3 anni. E non finisce qui. L'accordo prevede dopo la Cigs anche il ricorso ai Contratti di solidarietà; prevede la trasformazione di rapporti full time a part time, mobilità dei lavoratori tra i siti produttivi, il demansionamento, ecc. Un accordo quindi che riduce per anni il salario di migliaia di operai. Mentre l'azienda salvaguarda e si attrezza per aumentare i suoi profitti. Un accordo scritto dalla azienda e firmato dalle Rsu dei vari siti e da Fim, Fiom, Uilm. Un accordo che fa passare licenziamenti, anni di Cigs e riduzione a lungo termine o definitiva dei salari, in una delle aziende che meno ha subito la crisi, che anche nel 2008 ha chiuso in attivo e che, sfruttando la crisi, e scaricandola sui lavoratori, punta ad aprirsi e conquistare nuovi mercati, a riorganizzare l'attività all'insegna dell'aumento di produttività, flessibilità, per spremere dagli operai pluslavoro. Un accordo che va respinto!»

© RIPRODUZIONE RISERVATA