Energie alternative: ci crede
solo metà degli imprenditori

Nel campo delle energie alternative gli imprenditori bergamaschi sembrerebbero credere più a quella eolica (56%) che a quella solare (33%). Il 22 per cento pensa invece che sia importante ridurre i consumi, mentre solo l'11% crede al biogas. È quanto emerge da un'indagine della Camera di commercio di Milano su 1.946 imprenditori italiani realizzata a luglio 2009.

I dati dicono però anche che - in Lombardia - gli imprenditori orobici sono fra quelli che meno vedono nelle energie alternative la strada da intraprendere: ci crede solo il 50 % di loro, contro una media regionale del 57,4% e una media nazionale del 56,5%. I più favorevoli sono nelle province di Sondrio (75%), Como (65,4%) e Varese (59,4%).

A livello lombardo le soluzioni al problema energetico che piacciono di più sono il solare (41%), poi l'energia eolica (15%) e quindi la riduzione dei consumi (13%). Favorevoli all'energia solare soprattutto a Lodi (72,7%), Sondrio (62,5%), Pavia e Varese (50% entrambe). Energia eolica preferita, oltre che dai bergamaschi, anche da bresciani (17,6%), cremonesi (16,7%) e varesotti (14%).

Dell'argomento si è parlato al convegno della Chambre Française de Commerce et d'Industrie en Italie, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Camera di commercio di Milano sulla responsabilità sociale delle imprese e sull'ambiente.

«L'impresa che agisce in maniera socialmente responsabile tiene conto del contributo apportato dalla propria attività alla qualità dell'ambiente e del contesto sociale, preoccupandosi dei rapporti con i propri collaboratori, clienti, fornitori, partner, comunità ed istituzioni» - ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano.

«La responsabilità sociale - ha dichiarato Anne Manuelle Gaillet, Vice Presidente Chambre Française de Commerce et d'Industrie en Italie (CFCII) - è un tipo di comportamento volto alla creazione di un'immagine positiva ma anche al miglioramento dei rapporti con tutti gli interlocutori economici e sociali dell'impresa.».

«Oggi diventa sempre più importante- ha dichiarato Angelo Maramai, Direttore Generale FAI – Fondo Ambiente Italiano - la questione etica e ambientale di fronte allo sviluppo della modernità e ai rischi che questo comporta per il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Ecco perché si tratta di una questione che riguarda tutti e anche l'attenzione delle imprese rappresenta un momento significativo su cui occorre continuare ad investire per la conservazione delle nostre risorse».

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