Indesit, brutte notizie da Ancona
Nuovi tagli e chiusura confermata

Peggio del previsto. Se infatti i sindacalisti bergamaschi scesi ad Ancona per l'incontro tra il gruppo Indesit e il Coordinamento sindacale nazionale erano già quasi rassegnati a sentirsi confermare «l'ineluttibilità» della chiusura dello stabilimento di Brembate Sopra, pochi o nessuno si aspettavano un ulteriore irrigidimento sul fronte della razionalizzazione dei costi, che a breve termine dovrebbe toccare direttamente i portafogli di tutti i dipendenti Indesit (anche quelli dei 6 stabilimenti «superstiti»), attraverso un contenimento dei costi che affronterà varie voci, a cominciare riduzione dalle maggiorazioni su straordinario e notturno fino alla gestione degli orari e alla flessibilità.

Logico quindi il disappunto dei sindacalisti bergamaschi: «L'incontro è stato davvero deludente - spiega il segretario generale Fiom Mirco Rota -: innanzitutto perché è arrivata la conferma della chiusura di Brembate, pare non negoziabile. Poi questa novità sulla possibile disdetta di tutti gli accordi che prevedono costi aggiuntivi derivanti da maggiorazioni ad esempio per turni e pause, la troviamo davvero intempestiva».

Anche secondo Giuseppe Barcella di Fim-Cisl, «non sono arrivate quelle risposte convincenti che attendavamo: Indesit ha confermato il proprio piano, con relative chiusure di Brembate e Refrontolo, che tutto il Coordinamento, non solo noi bergamaschi, hanno considerato sbagliato e lacunoso. Qui per difendere il made in Italy si finisce per chiudere gli stabilimenti italiani. Inoltre il paino è lacunoso perché anche sullo stato di salute degli altri stabilimenti la comunicazione, da parte dell'azienda, è stata limitata, povera di contenuti».

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