I dipendenti dell'Inps
Proteste anche a Bergamo

«L'aumento di produttività c'è e l'amministrazione centrale dell'Inps lo sta incassando, proprio come previsto dall'accordo integrativo nazionale siglato dieci mesi fa. Quello che continua a mancare, però, sono i benefici conseguenti a questo aumento per i lavoratori: niente adeguamento del premio di produzione, nessuna crescita professionale conseguente né riconoscimenti di mansioni superiori». Lo dice in un comunicato la Cgil di Bergamo.

«Anche per i circa 400 lavoratori INPS della nostra provincia è di nuovo il momento della mobilitazione per rivendicare la piena applicazione del contratto, dopo i presidi che ogni mattina dal 23 giugno al 15 luglio si sono svolti fuori dalla sede centrale dell'istituto in viale Vittorio Emanuele a Bergamo. Giovedì prossimo, 9 settembre, come nel resto d'Italia, a Bergamo e in provincia si svolgeranno assemblee di protesta simbolica di 5 minuti, a partire dalle ore 12.00 in tutti gli uffici INPS (che in bergamasca sono 7: Bergamo, Clusone, Grumello del Monte, Romano di Lombardia, Terno d'Isola, Treviglio, Zogno). “L'amministrazione dell'Istituto da un lato incassa l'aumento di produttività grazie all'impegno e al grande senso di responsabilità dei lavoratori, dall'altro, dimostrandosi inaffidabile rispetto alla firma apposta, non riconosce ai lavoratori i benefici dell'accordo medesimo derivanti proprio da questo aumento di produttività” spiegano Giovanni Martina della Fp-Cgil e Livio Paris della Uilpa-Uil. “Manca un adeguamento al premio di produzione, manca il riconoscimento della crescita professionale e delle mansioni superiori svolte da chi non ne avrebbe competenze né responsabilità. Questo accade in un settore in cui, quello della previdenza pubblica, gli interventi del Governo continuano a ridimensionarne il ruolo fondamentale. Nel contempo vi viene accentuato a beneficio dei privati il processo di esternalizzazione di attività e servizi. Abbiamo, insomma, la preoccupazione che si stia realizzando un disegno di dismissione e disinvestimento”. I lavoratori dell'INPS saranno, poi, convocati a Roma il 1° ottobre, presso la direzione generale dell'ente previdenziale, per una grande manifestazione nazionale. “Nel caso in cui mancherà una svolta positiva” concludono i due sindacalisti, “anche da Bergamo solleciteremo iniziative eclatanti e, se sarà opportuno, la proclamazione di uno sciopero per impedire che l'INPS scivoli verso una residuale funzione pubblica e per ottenere il rispetto del contratto integrativo sottoscritto"».

© RIPRODUZIONE RISERVATA