Anche da Bergamo «no»
all'integrativo dell'Inps

Anche i lavoratori dell'Inps di Bergamo hanno detto no alle «Linee guida per il contratto integrativo 2010», sottoscritte il 14 luglio scorso dall'amministrazione dell'ente e la Cisl. Convocati il 15 settembre dalle altre sigle sindacali di settore (Funzione pubblica Cgil, Uil pubblica amministrazione, Fialp Cisal e Rdb pubblico impiego Usb) per una consultazione in merito, a Bergamo su 341 lavoratori effettivi erano presenti in 274.

Di questi 215 hanno votato: e il 97,2% (209) hanno votato «no»; l'1,4% ha optato per il «sì»; 3 schede bianche (1,4%). Tutto in linea coi dati lombardi: nella nostra regione ha votato il 63,74% degli aventi diritto (2.030 su 3.185) e di questi il 94,73% si è detto contrario.

«La questione nasce dal fatto che a fine 2009 abbiamo sottoscritto, a livello sindacale e in modo unitario con le altre confederazioni, un accordo sul contratto integrativo – ha spiegato ieri Giovanni Martina, segretario Fp Cgil di Bergamo –, i cui contenuti non hanno superato il vaglio dei Ministeri vigilanti, che lo hanno stravolto introducendo delle modifiche di sostanza».

Come il taglio di 13 milioni di euro dal Fondo di Ente per gli incentivi, il divieto a procedere allo scorrimento delle graduatorie interne, il blocco dell'ipotesi di salario di accresciuta professionalità e la cancellazione dell'indennità prevista per gli ispettori di vigilanza impegnati nell'attività di recupero dell'evasione contributiva.

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