La Regione sprona i sedicenni:
titolo di studio con l'apprendistato

Via libera per i ragazzi di 16 anni al conseguimento di una qualifica professionale attraverso un contratto di apprendistato. Lo stabilisce l'accordo siglato oggi tra Regione Lombardia, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca e Ministero del Lavoro, che completa così l'applicazione del contratto di apprendistato in tutte le forme previste dalla "Legge Biagi", dopo l'attuazione di quello professionalizzante e quello in alta formazione (articoli 49 e 50 del Decreto legislativo 276/03).

L'intesa, prima di questo genere in Italia, è stata sottoscritta dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, insieme all'assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, con i ministri Mariastella Gelmini e Maurizio Sacconi. Il testo dell'accordo individua gli standard di erogazione, il monte ore di formazione e la regolamentazione dei profili formativi previsti per questa tipologia di apprendistato (articolo 48 dello stesso Decreto legislativo 276/03).

L'attività formativa passa, dalle 240 ore previste dalla legge Treu, a 400 ore, consentendo così ai ragazzi di conseguire un titolo di studio attraverso il lavoro. Il presidente Formigoni ha commentato soddisfatto l'intesa definendola una "riforma di altissimo valore culturale" perché "si riconosce alla formazione e al lavoro un valore educativo tale da permettere agli apprendisti l'acquisizione di quelle competenze di base che per troppo tempo erano rimaste appannaggio della sola scuola".

"Un accordo lungimirante - ha aggiunto il presidente - che ci permette di recuperare decine di migliaia di giovani e dare loro un riconoscimento con il titolo di studio. Offriamo ai ragazzi una speranza più solida sul loro lavoro, sulla formazione e sul loro futuro". Con l'opportunità di avviare un contratto di apprendistato a partire dai 16 anni si potrà infatti dare risposta a quei quasi 130.000 giovani che in Italia non frequentano né la scuola, né la formazione professionale, né si trovano in condizione lavorativa. Questa scelta rientra perfettamente nella politica di valorizzazione del capitale umano promossa da Regione Lombardia e rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso tracciato nel gennaio scorso, quando - come ha ricordato ancora il presidente Formigoni - "Regione Lombardia ha sottoscritto con le associazioni di categoria dell'artigianato un accordo finalizzato a promuovere l'avvio sperimentale dell'attuazione dell'apprendistato".

"Favoriamo l'alternanza scuola-lavoro - ha detto il ministro Gelmini - per accelerare l'ingresso dei giovani nel mondo delle imprese e aiutarli a trovare un'occupazione. Con questa intesa non solo ci allineiamo alle positive esperienze già in atto in Germania o nelle province autonome di Trento e Bolzano, ma arginiamo la dispersione scolastica e combattiamo lo sfruttamento della mano d'opera giovanile". "In accordo con il ministro Sacconi - ha proseguito il ministro Gelmini - stiamo attuando il progetto Italia 2020 con cui intendiamo dare maggiore peso all'istruzione tecnica, agli stage, al tempo casa-lavoro e all'apprendistato. Proprio quest'ultima azione consente ai giovani di coniugare formazione teorica e pratica, acquisendo quella duttilità che permetterà agli studenti di rispondere al meglio alle esigenze delle imprese".

Il ministro Sacconi ha messo in evidenza come la Regione Lombardia sia, anche in questo campo, "quella che fa la strada alle altre", sottolineando il valore che l'accordo per l'apprendistato ha per "quei giovani che spesso né lavorano né studiano e quindi possono essere recuperati con un contratto misto capace di tradurre in modo esemplare la funzione educativa del lavoro". Anche l'assessore Rossoni ha posto l'accento sul ruolo socio educativo dell'accordo: "Offriamo ai giovani che hanno qualche disagio nel sistema scolastico una concreta opportunità di recuperare la persona con il lavoro".

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